span style="font-size: 32px">La Renault 5, o R5, è una fortunatissima utilitaria di Renault disponibile a listino dal 1972 al 1984.
Questa vettura iniziò ad essere pensata alla fine degli anni sessanta in un contesto di vetturette dalle soluzioni molto classiche e in cui chi voleva acquistare un’utilitaria avrebbe dovuto accontentarsi di modelli piuttosto basici.
Nonostante il grande successo in Francia e in tutto il mondo dei due miti Renault 4 e la Citroen 2CV, le prestazioni di questi due modelli erano abbastanza modeste e non potevano garantire velocità accettabili nei tragitti a lunga percorrenza.
E mentre la Fiat stava lavorando alla progettazione dell’Autobianchi A112 e della Fiat 127, l’intuizione di Renault fu quella di pensare ad un modello che potesse contare su un abitacolo spazioso e che potesse contare su uno spazio adeguato per i bagagli.
Nel frattempo il consulente esterno Bernard Hanon, forte dell’esperienza americana, intuì lo sviluppo del mercato della “seconda auto” anche in Europa e riuscì a convincere il presidente Dreyfus, ad aggiungere un ulteriore modello alla gamma Renault, che potesse piacere ai giovani, single o fidanzati, comunque senza figli, e che solo occasionalmente avrebbe avuto la necessità di portare in auto altri passeggeri adulti. Honon divenne successivamente il direttore della pianificazione.
Poche e semplici linee guida indirizzarono il designer Michel Bouè a disegnare la linea di quella che sarebbe stata la nuova piccola Renault. Il 28 novembre del 1971 furono diffuse le foto ufficiali e, nonostante le dimensioni ridotte, anche di più della R4, la R5 nasceva per rappresentare un’alternativa di classe superiore e ciò fu possibile grazie a migliori finiture e il livello di equipaggiamento.
Di primo acchito, apparve un’utilitaria controcorrente in quanto era disponibile nella sola versione 3 porte. La scelta fu necessaria in base all’accordo SFM (Société Française de Mécanique) stretto nel 1966 con Peugeot, che prevedeva esclusivamente la produzione di motori in comune, ma che finì per condizionare anche la produzione di nuovi modelli. La Peugeot stava lavorando al lancio della 104, che era stata pensata come la più piccola auto a 4 porte. Pertanto, Peugeot aveva rinunciato al portellone posteriore, e Renault decise di limitare la produzione della R5 alle sole 3 porte.
Il 3 gennaio 1972 avvenne la presentazione della nuova Renault 5 e la stampa evidenziò la personalità della linea e le grandi doti di maneggevolezza. Contemporaneamente 2.560 esemplari di R5 furono inviati a tutta le rete di concessionarie Renault di cui 1.920 vennero decorate con fumetti e vignette sulla carrozzeria.
La Renault 5 era dotata di grandi innovazioni stilistiche tra cui i paraurti in plastica, e per rendere più pulita la fiancata, le portiere erano prive di maniglie sulla portiera che furono sostituite da un pulsante accoppiato ad un incavo per la mano di chi si accingeva ad aprirla. La coda inclinata dotata di portellone e gli innovativi fari posteriori verticali donavano al nuovo mezzo notevole dinamismo.
L’abitacolo, disegnato da Robert Broyer, si presentava moderno, con un corpo anteriore rivestito in skai e il centro della plancia, ospitava la leva del cambio come nella R4. Il cruscotto era a quadranti di forma quadrangolare.
Buona la capacità del bagagliaio che triplicava abbattendo lo schienale dei sedili posteriori.
Nel 1973 venne proposta la leva del cambio a pavimento, come optional, e dal 1976 diventò di serie. Nel 1977 fu lanciato l’allestimento Alpine, nel 1978 l’Automatic.Nel 1978 la versione Alpine diventò Turbo e nacquero diverse versioni iper-accessoriate.
Nel 1979 la Renault 5 fu rinnovata molto e su tutta la gamma comparve un nuovo cruscotto, nuovi sedili più avvolgenti, un nuovo volante e anche la carrozzeria a 5 porte.
Nell’agosto 1984, finì la produzione della R5 prima serie e nacque la nuova Renault Supercinque.
Diversi i gruppi facebook dedicati agli appassionati Renault.
Grazie a Francesco Cavallo di Ostuni per aver fornito questa bellissima foto delle due Renault 5 della sua famiglia.
Bella anche la campagna pubblicitaria!
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