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Castellammare di Stabia

Referendum: la fronda del NO anche nei Cinque stelle

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Come forse avviene negli altri partiti, il timore di non essere rieletti farebbe anche annunciare ad alcune/i del M5s il NO al referendum ?

In un precedente articolo “4 Settembre 2020 Referendum costituzionale del 20 e 21 settembre 2020”, indipendentemente dal qualsiasi estrazione e colore politico, si era espresso da cittadino il proprio orientamento sul voto all’imminente Referendum del 20 e 21 settembre 2020, ritenendo che sia improcrastinabile e necessario che la società produttiva, lavoratrice, privata e operosa, dia finalmente un segnale forte, votando SI, affinché tutta la trasversale Politica, Nazionale e Regionale, scenda dal tronfio piedistallo sul quale si è auto-referenziata negli ultimi decenni con i rispettivi innumerevoli codazzi.

Tuttavia da qualche giorno anche alcune/i del Movimento Cinque Stelle che, va rammentato, è stato promotore del predetto Referendum, hanno mutato il loro orientamento, dichiarando sulle rispettive pagine Facebook la loro avversità al SI e che pertanto voteranno NO.

Significativa la dichiarazione della deputata pentastellata della Sardegna Mara Lapia che sulla propria pagina Facebook scrive «Credo che la riforma del taglio dei parlamentari così come è stata pensata non vada assolutamente bene. Da sarda penso alla mia terra. Con questa riforma, la Sardegna da 25 parlamentari passerebbe a 16. Noi sardi rischiamo l’accorpamento tra Regioni e io non posso accettare che il mio territorio, che già è accorpato alla Sicilia alle elezioni del parlamento europeo, abbia, per finire, meno rappresentanti del Trentino Alto Adige! O addirittura venga accorpato con altre regioni, i cui rappresentanti non sanno nulla dei nostri problemi. Non voglio che con il taglio dei parlamentari, la mia Sardegna abbia meno possibilità di portare in Parlamento i problemi, i bisogni di un territorio. Mi occupo di Sanità e lo so bene: in Sardegna sono rimasti solo due ospedali di secondo livello distanti più di 200km l’uno dall’altro, tutti i piccoli ospedali risultano in chiusura, stanno impoverendo i territori dei servizi sanitari essenziali, sembra che non abbiamo più il diritto di essere curati, allora vi chiedo: come sarà possibile dar voce a questo se ci saranno meno rappresentanti in Parlamento per la Sardegna? Oltre il diritto ad avere le cure mediche ci devono togliere anche il diritto di poter far sentire la nostra voce? Diciamo no allo scippo dei parlamantari in Sardegna!”.

Ancora più eloquente e tra l’altro indicando dei colleghi parlamentari del M5S che voteranno No, è la deputata Elisa Siragusa «Riducendo il numero dei parlamentari facciamo ciò che il “sistema” vuole: togliere potere al popolo”. Anche il collega Matteo Mantero ha deciso di esporsi per il NO al referendum! All’interno del movimento ci sono tante persone che vedono le criticità di questa riforma. Mi rivolgo ai miei colleghi: è difficile esporsi… ma è la cosa giusta da fare! Trovate il coraggio e aiutateci! C’è un Movimento 5 Stelle che dice #iovotono».

E infatti, pure il sopra richiamato (dalla Siragusa) collega Matteo Mantero anch’egli dei 5 stelle, rincara la dose nella sua pagina Facebook invitando a votare NO «I parlamentari sono i rappresentanti del popolo, fanno parte dell’organo politico più importante, quello che, sulla carta – costituzionale – ha il compito di scrivere le leggi che guidano il paese e gli danno l’orientamento politico. Il Governo avrebbe, in teoria, il compito di attuarle e intervenire in caso di emergenza. È vero che questo equilibrio è già compromesso, si va avanti a colpi di fiducia e di decreti blindati ormai da anni, il baricentro è già decisamente spostato, non sono più i rappresentanti eletti direttamente dal popolo a prendere le decisioni, per lo più si limitano a ratificare quelle che arrivano dal Governo. Ma ancora la presenza di tanti parlamentari spesso molto preparati e dediti al lavoro nelle commissioni ha evitato errori e porcate. Anche degli ultimi Governi. Tagliare il numero dei parlamentari, esattamente come la finta abolizione del Senato di Renzi, va nella direzione di accrescere ancora il potere del Governo depotenziando la rappresentanza dei cittadini. Per essere più chiari i governi vogliono essere liberi di agire senza che nessuno gli rompa i coglioni. Per questo da cittadino voterò NO al taglio dei parlamentari. Non ho alcun interesse personale in gioco perché la mia esperienza politica nelle istituzioni finirà con questo mandato (a prescindere da eventuali altre deroghe al limite di mandati che il M5S si auto impone non mi ricandiderò quindi non sto difendendo il “mio posto”). A pensarci bene invece un interesse personale ce l’ho eccome: da cittadino voglio un Parlamento forte, che difenda i miei interessi e diritti. Più saranno i parlamentari e più mi saranno vicini (con circoscrizioni piccole) più sarò rappresentato e più avrò la certezza che non ci sarà una deriva antidemocratica. È vero, il ruolo del parlamentare è stato svilito da personaggi come i Razzi, gli Scilipoti e i Gasparri; il Parlamento è stato depotenziato dai listini bloccati che hanno permesso ai capi bastone di premiare la fedeltà invece che la competenza o l’onestà. Deputati e Senatori sono visti come la casta e vanno tagliati, ridotti e depotenziati, ma il problema non è il loro numero (il risparmio è esiguo e si può ottenere con una riduzione degli stipendi e dei rimborsi – come il M5S fa già da anni) è la loro levatura morale, la loro capacità critica che è in continuo ribasso. Abbiamo bisogno di parlamentari forti, liberi, scelti direttamente da noi. Se ci sarà il taglio quelli che resteranno fuori non saranno gli assenteisti o i voltagabbana o quelli che mostrano il medio agli elettori, questi sono funzionali al sistema e ai partiti. Quelli che resteranno fuori saranno quelli con la schiena dritta perché sono una spina nel fianco per i partiti e i governi ai quali impediscono di fare ciò che più gli aggrada. Attenzione poi a confondere il taglio con le “battaglie identitarie del M5S” i nostri valori sono la riduzione dei costi della politica, non della rappresentanza, sono un Parlamento pulito, senza condannati, sono la reintroduzione delle preferenze. Riducendo il numero dei parlamentari facciamo ciò che il “sistema” vuole: togliere potere al popolo».

Il referendum del 20 e 21 settembre:

Testo del quesito del referendum: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?».

Adduso Sebastiano

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