I dettagli sul reddito di cittadinanza rimangono ancora ignoti e così dovrebbero restare per almeno una buona parte della settimana.
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l reddito di cittadinanza andrà a 1,7 milioni di famiglie. E’ scritto nell’ultima bozza della relazione di accompagnamento al decreto. Beneficiari dopo 18 mesi dovranno accettare un’offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale. Fino a 4.700 euro di incentivi se si avvia un’attività in proprio
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Stando alle indiscrezioni fatte filtrare e a quanto si evince dai primi calcoli sulla platea di quasi 5 milioni di beneficiari singoli e di 1,7 milioni di nuclei inserita nel l’ultima bozza della relazione di accompagnamento al Decreto, sembra che il sostegno medio del reddito di cittadinanza sarà pari a 391 € a famiglia, 138 € a persona
Questi i numeri che circolano in merito al Decreto su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Numeri che potrebbero cambiare fino alla presentazione del testo definitivo:
Al momento la misura bandiera del MoVimento 5 Stelle vedrebbe, quindi, una platea di beneficiari di 4.916.786 persone pari a 1,73 milioni di nuclei familiari.
Il reddito di cittadinanza scatterà ad aprile e lo stanziamento previsto per 9 mesi di applicazione è pari a 6,1 miliardi. Dividendo l’ammontare del fondo per il numero stimato dei beneficiari si ottengono, in media, circa 400 € a famiglia e 140 a persona.
Sempre a quanto è filtrato, l’ultima bozza della relazione al Decreto fisserebbe anche il limite di tempo oltre il quale i beneficiari dovranno accettare un’offerta di lavoro su tutto il territorio nazionale. Limite che sale a 18 mesi dai 12 previsti nelle versioni precedenti.
Nei primi sei mesi di fruizione del reddito, va accettato un’offerta entro 100 km dalla residenza; tra il sesto e il 18mo mese, entro 250 km. Poi, nel caso in famiglia non ci siano minori ne disabili, ovunque in Italia.
Alla stessa voce, nel testo, sarebbe indicato anche che, aAi beneficiari del reddito di cittadinanza che avviano un’attività lavorativa autonoma o di impresa individuale entro i primi 12 mesi di fruizione del sostegno, sarà riconosciuto, in un’unica soluzione, un beneficio addizionale pari a sei mensilità di reddito nei limiti di 780 euro mensili.
I soggetti che saranno chiamati a concorrere al programma sono diversi, dai Centri per l’impiego, agli enti di formazione, alle aziende, attraverso percorsi diversi.
Per i beneficiari infine un’ultima clausola che ha provocato perplessità da molte parti per la sua somiglianza con i lavori socialmente utili: ovvero l’obbligo “in coerenza con il proprio profilo professionale” di partecipare a progetti utili per la collettività per un massimo di 8 ore a settimana.
Il provvedimento, quindi, dovrebbe prevedere un ruolo fondamentale per l’Inps nella gestione delle procedure del reddito e assegnare ai Centri per l’impiego la responsabilità principale della gestione del patto per il lavoro. Per questo sarebbero quindi stanziati 50 milioni di euro per l’assunzione di personale da assegnare alle strutture dell’Inps, con una cifra di un milione di euro verrebbero stabilizzati i precari di Anpal servizi e soprattutto ci sarebbero 250 milioni di euro, in due anni, per l’assunzione dei navigator, quella sorta di tutori che dovrebbero accompagnare chi ha aderito al Patto per il lavoro nel suo cammino fino al collocamento.
Questi i primi dettagli sui numeri ma non sono ancora ufficiali. Nei giorni scorsi, comunque, il superconsulente di Luigi Di Maio, e nuovo presidente Anpal, Mimmo Parisi, auspicava di arrivare con il tempo fino a 10mila unità anche se gradualmente. Il numero si dovrebbe intanto fermare per ora a qualche migliaio di persone (si parla di 4 mila) con un meccanismo premiale nella retribuzione.
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