La Suprema Corte ha invalidato il provvedimento poiché è sopraggiunta la prescrizione del reato e disponendo un nuovo processo d’appello civile.
Nel 2011 quattro medici erano stati coinvolti in un presunto caso di malasanità, legato alla morte, nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Civico di Palermo, di Alessia Calabrese, madre di un bambino piccolo. Per l’unico imputato che era stato condannato per l’omicidio colposo, Giuseppe Lentini, la Cassazione ha annullato la sentenza perché, come riporta Sandra Figliuolo in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, “il reato è prescritto”. Non solo, i Giudici hanno anche cancellato una provvisionale di 160 mila euro concessa alla famiglia della vittima, che ora dovrà essere quindi restituita all’ospedale.
La donna venne colpita da un’idrocefalia, dopo il ricovero al Policlinico passò al Civico nel reparto di Neurochirurgia del Civico. Per operare la donna, secondo le precedenti sentenze, venne perso del tempo. Si scelse di sottoporla a una risonanza magnetica ma la paziente morì. In primo grado fu condannato Lentini a due anni e venne deciso anche il pagamento del risarcimento alla famiglia di 160 mila euro oggi a rischio restituzione. In appello la condanna venne confermata. Poi il ricorso in Cassazione che ha dichiarato il reato prescritto ed ha annullato integralmente la sentenza per gli effetti penali. Sul fronte civile, invece, i Giudici si sono espressi per un annullamento con rinvio. Servirà dunque un nuovo processo d’appello civile per quantificare nuovamente i danni subiti dalla famiglia Calabrese.
In modo semplicistico, l’attuale normativa prevede che la provvisionale venga richiesta dalla parte civile al Giudice penale nei limiti del danno per cui si ritiene già raggiunta la prova. La condanna provvisionale impone all’imputato e al responsabile civile il pagamento di una somma a titolo di risarcimento del danno anticipato rispetto alla definitiva determinazione dello stesso ed è immediatamente esecutiva. Questa tuttavia decade se subentra la prescrizione, seppure ciò potrebbe non produrre effetti automatici sui capi civili della decisione, salvo che la prescrizione non sia maturata prima della sentenza di primo grado, nel qual caso, contestualmente andrebbero revocare le statuizioni civili in essa contenute.
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