Le motivazioni della sentenza con cui l’ex direttore del Tg1 è stato condannato a quattro mesi di carcere (pena sospesa) per aver rimosso la giornalista dalla conduzione per discriminazione politica
ROMA – Augusto Minzolini dovrà staccare presto un assegno in favore di Tiziana Ferrario, che nel marzo del 2010 venne estromessa dalla conduzione del Tg1 e relegata in una stanza senza incarico per una consapevole discriminazione politica. Il giudice penale – che condanna Minzolini a 4 mesi di reclusione per abuso di ufficio (in primo grado, con pena sospesa) – descrive il “patimento interiore” della giornalista, emarginata solo perché contestava la linea informativa del direttore. Quindi ordina il risarcimento economico in suo favore, quantificato in “separata sede”. Un nuovo processo, stavolta civile, sanerà il danno “non patrimoniale” che ha subìto.
L
a sentenza penale di condanna – le cui motivazioni sono arrivate venerdì sera – cita anche quattro certificati medici che la Ferrario ha prodotto durante il giudizio. Soprattutto dà credito alle testimonianze delle colleghe del Tg1 (Anzaldo, Busi, Sala) che hanno descritto la Ferrario triste, smarrita, in lacrime per l’inattività cui era costretta.
La sentenza penale riporta anche le accuse che la Ferrario – difesa dall’avvocato Domenico D’Amati – ha indirizzato a Monica Maggioni, caporedattore del Tg1 durante la direzione Minzolini. Ferrario si è spesso candidata a fare delle missioni per il telegiornale una volta persa la conduzione. Ma la Maggioni le avrebbe regolarmente risposto che un altro giornalista era stato scelto oppure sarebbe stato presto individuato per quel viaggio. La Maggioni non ha potuto replicare alle accuse della Ferrario perché i legali di Minzolini hanno rinunciato alla sua testimonianza durante il processo, ad aprile del 2015.
La sentenza penale chiarisce anche che Minzolini, quando dirigeva il Tg1, agiva come “incaricato di pubblico servizio”. La Rai, certo, è una società per azioni e dunque risponde alle stesse regole di un’azienda privata. Ma il suo proprietario (il ministero dell’Economia) e la sua missione la rendono un esempio classico di servizio pubblico. Questo status comporta delle precise responsabilità per i suoi dipendenti che sono chiamati a rispondere del reato di abuso d’ufficio, come è successo a Minzolini. D’altra parte l’ex direttore del Tg1 non ha rimosso la Ferrario dalla conduzione del telegiornale perché perseguiva un interesse pubblico, ma solo per attuare una discriminazione rispetto ai giornalisti che sostenevano invece la sua linea editoriale di attenzione – diciamo così – per il governo Berlusconi.
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