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’allenatore della nazionale del Belgio, Raffaele Bergamasco, analizza l’ottimo risultato in vista delle Olimpiadi 2024
Raffaele Bergamasco: un’altra Olimpiade nel segno di Torre Annunziata
Un risultato meraviglioso. Raffaele Bergamasco, allenatore del Belgio, è alle Olimpiadi per la sua quarta volta, vantando ben due atleti qualificati per Parigi 2024! Lo stesso allenatore ne ha parlato in esclusiva ad “A tu per tu” ai microfoni di Carlo Ametrano e Marco Palomba.
Raffaele, se ti dico Torre Annunziata e Parigi… a cosa pensi?
“Se mi dici Torre Annunziata parli della mia vita in generale. Mentre Parigi, dopo questa splendida vittoria in vista delle Olimpiadi, non posso dirti altro che sono strafelice”.
Che emozione si prova?
“Enorme. Sono ormai alla quarta Olimpiade, svolte in tre nazioni diverse: sono davvero super contento. Ogni qualvolta vado in qualsiasi parte del mondo portando il nome di Torre Annunziata è come portare un pezzo di cuore con me. Farlo poi con Imma Testa è come portare mia figlia, essendo nata anche con me, pugilisticamente parlando ovviamente”.
Come sono andate queste qualificazioni per Parigi?
“Abbiamo portato tre atleti: due ragazzi e una ragazza e contavo di qualificarne almeno uno. Un po’ di fortuna, un po’ il sorteggio ma anche la super dedizione e lavoro che ci abbiamo messo, ci ha portati a ottenere due qualificati. E pensare che ci sono nazioni, vedi la Polonia o l’Inghilterra che non sono riusciti a qualificarne nessuno. Sono davvero molto soddisfatto”.
Che consiglio vuoi dare, considerando la tua esperienza nel mondo delle Olimpiadi?
“Non c’è un vero e proprio consiglio: è sempre una questione molto personale. Sono soddisfatto e mi do anche un po’ di vanto perché prendere il Belgio e portarlo alle Olimpiadi è come prendere una squadra di Serie B e portarla in Champions League”.
Continuerai a girare il mondo?
“Adesso sono in Belgio fino al 2028, poi spero di fare le prossime Olimpiadi in famiglia: sono davvero tanti anni lontano. Ringrazio proprio per questo mia moglie e mia figlia, perché so che non è facilissimo crescere con un marito e un papà sempre fuori”.