Questione migranti, Ue: ok a fondi per l’Africa e la Turchia
Nulla di fatto sulla riforma del regolamento di Dublino, misure contro i movimenti cosiddetti secondari dei richiedenti asilo tra Stati membri, politiche per disincentivare il business degli scafisti, accordo per il finanziamento» della seconda tranche da tre miliardi «per i profughi in Turchia» e il «Fondo fiduciario per l’Africa. Questi i punti chiave di quanto trapelato della bozza Ue sui migranti partorita dal vertice di Bruxelles e di cui l’Ansa ha preso visione.
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ulla riforma del «Regolamento di Dublino è necessario trovare l’unanimità basata su un equilibrio tra responsabilità e solidarietà. La presidenza di turno austriaca entrante è invitata a continuare col lavoro», si legge nell’ultima bozza di conclusioni del vertice europeo di giovedì.
«Per quanto riguarda la rotta del Mediterraneo centrale, gli sforzi per fermare i trafficanti che operano dalla Libia o da altri luoghi devono essere intensificati. L’Ue continuerà ad essere al fianco dell’Italia e degli altri Paesi in prima linea. Rafforzerà il suo sostegno alla Guardia costiera libica, alle comunità costiere e meridionali, così come la cooperazione con gli altri Paesi di origine e transito».
«Il Consiglio europeo – infine – dà il benvenuto all’accordo raggiunto per il finanziamento» della seconda tranche da tre miliardi «per i profughi in Turchia» ed il «Fondo fiduciario per l’Africa». Nelle scorse settimane, l’Italia aveva chiesto alla Commissione Ue garanzie affinché vi fossero risorse sufficienti per il Fondo fiduciario per l’Africa, ponendo la riserva sulla formula di rifinanziamento dell’accordo Ue-Turchia.
Quanto ai «movimenti secondari dei richiedenti asilo tra Stati membri», la bozza sottolinea che «rischiano di mettere in pericolo l’integrità del Sistema comune europeo d’asilo e quello di Schengen. Gli Stati membri devono prevedere tutte le misure legislative e amministrative necessarie per contrastare tali movimenti, e cooperare gli uni con gli altri a questo fine».
«Per smantellare il modello di business dei trafficanti, evitando tragiche perdite di vite, occorre eliminare l’incentivo ad imbarcarsi. Questo richiede un nuovo approccio agli sbarchi di quanti sono soccorsi nei salvataggi. In questo quadro, il Consiglio europeo sostiene lo sviluppo del concetto di piattaforme di sbarco regionali, in stretta collaborazione con i Paesi terzi, così come Unhcr e Oim». (Fonte “Il Mattino”)
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