Con molte probabilita’, coloro che avrebbero dovuto lasciare il nostro territorio, faranno buon ‘uso’ di questa nuova ‘pergamena giudiziaria’.
Questa storia, che per certi versi la si puo’ considerare non solo grottesca, ma kafkiana, ha avuto inizio con l’impiego di quasi cento agenti di polizia, il suo inaspettato quanto inquietante epilogo a Fiumicino.
I quindici tunisini erano stati prelevati da alcuni centri di accoglienza sparsi nel nostro territorio nazionale, dopo essere stati sistemati in alcuni bus, in ordine sparso erano stati fatti confluire nell’aereoporto romano.
I viaggi per i trasferimenti erano durati diverse ore, mentre la ‘massiccia’ operazione per l’espulsione, aveva richiesto quasi un’intera giornata con l’impiego di decine di poliziotti.
Il fattaccio e’ accaduto alcuni giorni fa, ma solo oggi e’ venuto alla luce, e solo perche’ e stato messo in “vetrina” da 2 importanti Giornali, la Repubblica e il Tempo.
L’aereo doveva partire da Fiumicino, fare scalo a Palermo, poi sarebbe dovuto atterrare in Tunisia.
Si sarebbe potuta sfruttare un’altra possibilita’, quella di farli salire su un aereo targato Presidenza Della Repubblica Italiana, ma avrebbe avuto un costo decisamente superiore.
Speriamo che il prezzo dei biglietti venga almeno rimborsato, considerato che sara’ improbabile che venga riutilizzato per un nuovo imbarco.
Meno male che i tunisini non abbiano scelto di pernottare in un albergo della Capitale e che non abbiano optato di prendere il primo volo disponibile che li avrebbe dovuti rimpatriare.
In questo caso sarebbero stati ospiti della compagnia aerea deficitaria del volo e non del Governo italiano
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