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a produzione industriale italiana continua a registrare un netto calo, e l’economia del nostro Paese sembra essere in una situazione di crisi.
I dati smentiscono le stime ottimistiche di record distinti dal governo, soprattutto nell’industria carta, legno e energia. Le difficoltà di famiglie e imprese si fanno sentire sempre di più, rischiando di minacciare anche la stabilità democratica.
Punti Chiave Articolo
In breve
Il crollo della produzione industriale segnala uno stato di crisi dell’economia italiana, contraddicendo le stime ottimistiche della premier Meloni.
I dati diffusi dall’Istat e dalla Consob disegnano uno scenario a tinte fosche per il nostro Paese, con investimenti fermi e risparmi al palo.
Inoltre, la Consob mette in guardia sui rischi per la democrazia dovuti alla delicata situazione economica.
Produzione in caduta libera e la Meloni festeggia il PIL
La produzione industriale italiana continua a registrare un netto calo, rappresentando un campanello d’allarme sulla salute dell’economia del nostro Paese.
Secondo dati diffusi dall’Istat, la produzione ha subito un calo del 7,2% su base annua nel mese di aprile, cifre allarmanti che segnalano una caduta libera del settore produttivo.
Il dato mensile è stato ancora più deludente, con una flessione del 1,9%, il record negativo da settembre 2022.
Nonostante le stime ottimistiche dell’Ocse sul Pil italiano, la presidente del Consiglio Meloni non sembra tenere conto di queste preoccupanti tendenze economiche, esaltando i record storici di occupati e contratti stabili.
Tuttavia, come segnala l’Ufficio studi di Confcommercio, la produzione industriale in calo è un campanello d’allarme sulla salute dell’economia italiana.
A questa situazione di crisi economica, si aggiunge l’annuncio della Consob, che mette in guardia sui rischi per la democrazia dovuti alla situazione economica italiana.
Infatti, i dati sulla produzione industriale in caduta libera sono solo la punta dell’iceberg di una situazione delicata che potrebbe minacciare la stabilità democratica del nostro Paese.
Investimenti fermi e risparmi al palo aggravano la situazione economica italiana. La fragilità del sistema finanziario italiano potrebbe, secondo la Consob, portare a gravi conseguenze sulla stabilità democratica.
Crollo produzione industriale, il governo minimizza
La produzione industriale italiana è in caduta libera, con un calo del 7,2% su base annua nel mese di aprile, un campanello d’allarme sulla situazione economica del nostro Paese.
Soprattutto settori come legno, carta, stampa e fertilità energetica stanno soffrendo, con cali che raggiungono anche il 17,2%.
La situazione è preoccupante non solo per le imprese ma anche per le famiglie, che perdono capacità di spesa e potere d’acquisto.
Produzione industriale in caduta libera, rischi per la democrazia
Le preoccupazioni della crisi economica si estendono anche ai rischi per la democrazia, come sottolineato dal presidente della Consob Paolo Savona nella relazione annuale.
La mancanza di politiche per la riduzione dell’inflazione e il conseguente aumento del costo della vita potrebbero portare a forme di violenza sociale e alla deformazione della democrazia.
La situazione economica si sta dimostrando critica in ogni settore produttivo, compresi quelli che detengono posizioni di rilievo in Borsa.
Infatti, nel 2022 quindici società hanno lasciato Piazza Affari, il maggior numero di uscite e il peggior saldo tra entrate e uscite dal 2010.
“L’inflazione è come un’Idra dalle molte teste; se una viene tagliata e cauterizzata, agiscono le altre” e “un’elevata inflazione crea i presupposti anche per una deformazione della democrazia e l’emersione di forme di violenza sociale”,
ha dichiarato nella relazione annuale della Consob il presidente Paolo Savona, sottolineando che “gli aumenti del costo della vita si sono trasmessi alla tassazione, ma non ai salari, che hanno finora mostrato maggiore rigidità”.
Famiglie e imprese in difficoltà
E mentre fioccano commenti positivi degli esponenti di governo sul successo del collocamento del Btp Valore, il titolo di Stato riservato ai piccoli risparmiatori, assistiamo a un silenzio tombale su questi (catastrofici) dati.
Solo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha provato a dare una spiegazione, sostenendo che la produzione industriale italiana “risente del blocco di una parte dell’economia europea, quella tedesca in particolare”.
Per il momento, dunque, il governo cerca di minimizzare anche perché “l’orchestrina meloniana sul Titanic”, parole del vicepresidente del M5s Mario Turco, non potrebbe fare altro visto che solo pochi giorni fa festeggiava le previsioni di crescita del Pil.