La teacher Elena Bignotti ha presentato il suo libro didattico – autobiografico “My Travel Experience: A Journal”, principalmente destinato agli studenti di inglese
In una affollata serata – presso la sede della “Boston Extend School” di Brescia – la teacher Elena Bignotti ha presentato la sua ultima fatica letteraria.Un libro scritto in inglese, nel quale racconta la sua movimentata giovinezza e le sue esperienze lavorative in giro per il mondo anglosassone.
L’autrice ha esordito accennando alla sua precedente produzione letteraria, fatta da alcuni titoli di narrativa in lingua italiana.Questo suo ultimo libro – in lingua inglese – nasce da un suo duplice desiderio interiore: narrare parte della sua biografia di viaggio e di lavoro e – nello stesso tempo – incoraggiare chi intraprende lo studio della lingua inglese sin dai primi rudimenti.
Ad una prima lettura il verbo più usato – o quello che mi ha maggiormente colpito – è il verbo inglese to introduce – introdurre, presentare.La lettura di queste pagine ci introduce appunto nel mondo di questa giovane donna, curiosa del mondo e degli esseri umani da incontrare, conoscere, frequentare e coltivarne le amicizie che ne scaturiscono.
Ed ad ogni nuovo incontro, ad ogni nuovo ambiente dove arriva il verbo to introduce fa capolino: io mi presento, loro si presentano, lui si presenta, lei mi viene presentata… in una catena ininterrotta di sempre nuove conoscenze, da gestire con tatto, intelligenza e buon senso.Son tutte esperienze che temprano ed insegnano a stare al mondo, insieme agli altri.
Tenendo conto, però, della diversità di usi, costumi, indole e carattere di ogni essere umano.Si dice spesso che il mondo è bello perché è vario.
Ma in questa varietà ci sta il tutto degli esseri umani: personalità socievoli e personalità solitarie, caratteri spigolosi e caratteri gioviali.Ed il sapersi districare tra questa varietà umana è una grande lezione di vita.
Che sviluppa la capacità di adattamento.Adattarsi, in questo caso, non vuol dire rassegnarsi.
Bensì sviluppare la capacità di saper cavare il lato positivo in ogni situazione lavorativa e relazionale.Chi prova il desiderio di sperimentare il mondo oltre la soglia di casa propria, denota irrequietezza d’animo, desiderio di conoscenza ed anche tanta intraprendenza.
Perché non è facile lasciare il proprio Paese per andare a conoscerne uno, del quale si sconosce perfino la lingua.Ci vuole volontà ferrea e costanza nei propositi; fino a rasentare l’ostinazione, se necessario.
Per chi guardando dall’esterno è una esperienza invidiabile.Soprattutto per chi la legge comodamente seduto in poltrona.
Averla vissuta sulla propria pelle… chissà quante ansie e quanti patemi.Ma anche tante gratificazioni.
E le pagine di questo libro ne sono una prova.Ho trovato molto delicato l’accenno al tatuaggio, pieno di tenera simbologia che si rifà all’affetto materno.
L’Autrice racconta di un Natale trascorso lavorando, lontano dalla famiglia.Nonostante i festeggiamenti con i colleghi, lei avverte inconsciamente la struggente malinconia degli emigranti e si ricorda della madre ormai in cielo da parecchio tempo. Allora pensa di riunirsi simbolicamente a lei facendosi tatuare una farfalla sul suo seno sinistro.
Vicino al cuore, centro dei nostri affetti.Ma su una mammella, sublime simbolo del latte materno, che è il generoso dono che ogni madre continua a fare alla propria creatura.
Anche dopo averla portata in grembo per nove mesi.Alimento naturale ma anche feeling spirituale che non si spezzerà mai, per tutta la durata delle loro vite.
E questa sensibilità poteva averla solo una figlia femmina, che dedica il suo seno alla sua mamma.Un figlio maschio non avrebbe neanche concepito una simile delicatezza.
Per lui le mammelle sono i suoi pettorali ben levigati, da esibire come segno del suo virile vigore.Al più, avrebbe pensato ad un fiore o ad un cuore.
Ma mai ad una delicata farfalla adagiata su un giovane seno.Le pagine del libro scorrono in modo piano, facendo rivivere lo stupore che ha provato chi per la prima volta si è trovato di fronte a paesaggi naturali mozzafiato, belli di una bellezza alquanto diversa dal nostro ambiente mediterraneo.
Ci si sente rapiti e attoniti, quasi smarriti in tanta placida, maestosa bellezza.
È un libro testimonianza che, negli intenti dell’Autrice, deve servire da sprone ed incoraggiamento a quanti hanno dei sogni nel cassetto e non trovano la forza e la determinazione per realizzarli.Lei ha dimostrato che si può fare.
Anche senza conoscere la lingua.Lei è la dimostrazione vivente dell’obiettivo centrato: partita senza conoscere l’inglese adesso – addirittura – di inglese ne è diventata insegnate: teacher !
Su questa scia, il libro – oltre che autobiografico – ha anche uno scopo didattico, focalizzato verso tutti coloro che hanno intrapreso lo studio della lingua inglese.Infatti, l’inglese usato – nella semantica e nella sintassi – è volutamente semplificato e modulato per un livello di conoscenza della lingua che ufficialmente viene definito come: intermediate, cioè intermedio.
Ogni capitolo è corredato di schede didattiche che permettono di scrivere, rispondendo a domande pertinenti quello che si è letto.Nonché di risolvere cruciverba e giochi enigmistici vari.
Questa parte ludica-didascalica – solo dal punto di vista grafico – purtroppo non ha dato molta resa.I caratteri sono piccoli e le griglie sono poco marcate.
Certo in questo gioca sicuramente il fatto che siamo condizionati dalla nostra dimestichezza con le varie riviste di enigmistica.Dove incroci di parole, cruciverba e tabelle varie sono graficamente chiari, di grandezza idonea ad essere letti e decifrati anche dai meno giovani. È un vero peccato che tanta parte didatticamente efficace possa risultare poco fruibile.
È un peccato veniale, però, che sicuramente sarà emendato nelle prossime edizioni che il libro merita e che sicuramente avrà.
Last but not least, il volume è corredato di audiolibro gratuito.
Basta scannerizzare il QR code e farne richiesta on line sul sito dell’Autrice.Il tono generale che si respira – leggendo tra le righe – è legittimamente compiaciuto, tipico di chi si è fatto da solo ed ha percorso con le sue sole forze un bel tratto di strada in salita.
Gratificato di averla fatta, anche se gli è costata fatica.Ma adesso ne coglie i frutti.
Il consiglio che ci sentiamo di dare è: compratelo e leggetelo.La fatica ed il tempo saranno ripagati dalla soddisfazione di leggere e comprendere un testo nella lingua che state approcciando da pochi mesi.
E di apprendere che ci sono ancora persone animate da coraggio, intraprendenza e spirito di avventura.Elena Bignotti ce ne ha dato una tangibile testimonianza.
di Carmelo TOSCANO
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