Premio Nobel per la pace al medico Mukwege e all’ex schiava sessuale Nadia Murad
Nobel per la pace assegnato al medico ginecologo congolese Denis Mukwege e a Nadia Murad, una donna Yazida irachena, attivista per i diritti umani, ex schiava sessuale dell’Isis, che nel suo villaggio ucciso migliaia di persone. A loro il riconoscimento “per i loro sforzi per mettere fine all’uso della violenza sessuale come arma in guerre e conflitti armati“.
“Dobbiamo mettere una linea rossa contro l’uso dello stupro come arma di guerra. È un’arma che si esporta senza controllo doganale, basta un lavaggio del cervello. Prende sempre più piede e chi la usa sa che se riesci a distruggere le donne indebolisci anche gli uomini. Lo stupro non è una questione che riguarda solo le donne, ma riguarda la sopravvivenza della nostra umanità”. Così diceva, appena qualche mese fa ad una piazza colma che lo ascoltava in religioso silenzio, il ginecologo congolese Denis Mukwege, ospite del festival della rivista Internazionale a Ferrara. Il medico si è contraddistinto per le cure alle donne della Repubblica del Congo vittime di abusi sessuali.
Vittime come Nadia Murad che, insieme ad altre schiave yazide, ha trovato la forza e il coraggio per fuggire dai loro torturatori.
Adesso combatte per la dignità del loro popolo: hanno convertito la storia del loro inferno in una vicenda comune, e così sperano di riscattare le altre migliaia di donne che sono ancora violentate dagli uomini dell’Isis. La violenza sessuale è una delle armi più efficaci adoperate dalle brigate islamiste per sottomettere le minoranze nelle terre da loro conquistate. Due storie, un obiettivo comune.
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