Parlano gli zii che hanno preso in custodia l’unico superstite della tragedia della Solfatara di Pozzuoli, nella quale persero la vita il fratello maggiore ed i suoi genitori
«Nostro nipote ha solo nove anni e ha vissuto una tragedia indicibile, perdendo all’improvviso la mamma, il papà e il fratello più grande. Se le vicende che riguardano i minori vanno trattate sempre con la massima delicatezza, questa deve esserlo ancora di più». E’ stata questa la dichiarazione – rilasciata da IlMattino – degli zii del bambino, unico superstite della famiglia di Carrer di Meolo, nel Veneziano, distrutta nel drammatico incidente del 12 settembre scorso alla Solfatara di Pozzuoli, durante una gita per ammirare uno spettacolo unico al mondo che però, purtroppo, si è trasformato in una trappola mortale: all’improvviso, il fratello maggiore finì in una voragine che si aprì sotto i suoi piedi. Nel vano tentativo di salvarlo persero la vita anche i genitori che si precipitarono nella voragine. Tutta l’area, da allora, è stata posta sotto sequestro.
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li zii paterni non hanno gradito “l’accanimento mediatico” attorno al bambino scatenatosi nei giorni scorsi, dopo le notizie sugli ultimi sviluppi giudiziari del caso, così come i legali e i patrocinatori della famiglia, che si è affidata, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela de diritti dei cittadini, e agli avvocati Alberto Berardi, del Foro di Padova, Vincenzo Cortellessa, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, e Tiziana Iannuzzi, del Foro di Treviso.
Quanto agli ultimi sviluppi del procedimento, riferisce IlMattino, gli avvocati Berardi e Cortellessa, pur mostrando «soddisfazione per l’estensione delle indagini ai proprietari del sito e alla società Vulcano Solfatara srl, oltreché per il certosino lavoro di ricostruzione del fatto effettuato dalla Procura di Napoli», non reputano opportuno «esprimere valutazioni e/o giudizi sull’iniziativa della Procura stessa, essendo pendente la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari: in questa fase così delicata che richiede il massimo riserbo, al netto di questo doveroso intervento, non ci pare corretto intraprendere iniziative informative di carattere pubblico».
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