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Pompei, la mostra “Venustas. Grazia e bellezza” sta per fermarsi a gennaio

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La mostra monografica della bellezza femminile nell’antichità sta per giungere al termine.

span style="font-weight: 400;">NAPOLI – A Pompei è stata la prima mostra post lockdown e terminerà il 31 gennaio, “Venustas. Grazia e bellezza” è il proseguimento teorico di un percorso già iniziato un anno fa con la mostra “Vanity: storia dei gioielli dalle Cicladi a Pompei”, organizzata dalla Sovrintendenza delle Cicladi. L’allestimento si è tenuto alla Palestra Grande degli scavi in itinere presso il grande complesso archeologico di Pompei ed ha avuto anche la stessa firma nel design: l’architetto greco Stelios Kois.

La mostra illustra un percorso tematico attraverso la “Bellezza, la grazia, l’eleganza, il fascino” nelle popolazioni di area vesuviana del periodo che va dall’VIII/VII sec a. C. al I sec. d. C. I reperti sono stati ritrovati nel Parco Archeologico di Pompei: villaggio protostorico di Poggiomarino, ville di Oplontis e Terzigno, necropoli protostoriche dell’Età arcaica di Stabia e Striano. Si tratta di creme, saponi, specchi e ornamenti di bellezza quotidiani nella vita delle donne antiche. 

Massimo Osanna, direttore generale dei musei del Mibact e del Parco archeologico di Pompei, ha dichiarato: “Con questa mostra raccontiamo storie di vita quotidiana in cui le donne hanno sempre svolto un ruolo legato alla loro presentabilità in pubblico e dunque storie degli oggetti utilizzati per pettinarsi o di ornamento o, ancora per il trucco”.

Statue di Polimnia ed Erato, diciannove vetrine in cui è possibile vedere spille, profumiere, boccette e oggetti da toelettatura, che sottolineano l’eterno legame tra bellezza e femminilità, così costante anche in epoca antica. Tra i reperti sono state ritrovati anche tracce degli strumenti per il make up quotidiano delle donne, che si truccavano davanti agli specchi che adornavano la loro stanza. Ha aggiunto Massimo Osanna: 

“La mostra Venustas è un itinerario che parte dalla sfera del sacro per far comprendere come i gioielli offerti alle divinità diventino strumento di definizione dell’offerente fino ai reperti d’uso comune per la cura del corpo, alle ricche parure di gioielli e agli amuleti, che rivelano pratiche mediche che sconfinano nei riti magici.”

Nunzia Iacoviello di SuperBelle ha descritto il legame fra antico e moderno nella bellezza: “Il make-up ha fatto parte della nostra vita, persino durante la guerra. Negli anni del secondo conflitto bellico mondiale le donne utilizzavano ciglia finte per valorizzare gli occhi, perché gli ombretti erano chiarissimi per carenza di materie prime. Anche tecniche che oggi appaiono innovative, come il contouring che deve la sua notorietà a Kim Kardashian, in realtà veniva usato ben tre secoli fa in teatro per l’esaltazione dei contorni del viso sul fondotinta attraverso l’uso combinato di primer, evidenziatore e ombretti”.

Nulla è stato veramente inventato, piuttosto modificato e riproposto in chiave moderna e con una fruibilità più ampia. La mostra “Venustas. Grazia e bellezza” nella suggestiva atmosfera di quella antica Pompei millenaria ci fa riflettere proprio su quanto sia ancestrale il nostro concetto di bellezza e cura della persona.

Credit foto: Anemone123 / Pixabay

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