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Polmonite: allarme a Brescia con circa 200 ricoveri. Possibili cause e precauzioni

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Quella che appare essere un’epidemia di polmonite che ha colpito in particolare 6 comuni della bassa bresciana, è ormai motivo serio di allarme tra i cittadini soprattutto di Carpenedolo, Montichiari, Calvisano, Visano, Acquafredda e Remedello dove sembra essere particolarmente virulente.

Da sabato scorso c’è stato un continuo incremento di casi che hanno portato in Ospedale, nei presidi di Montichiari, Manerbio, Desenzano del Garda, Gavardo, Asola, Castiglione delle Stiviere e Mantova, quasi tutti residenti o domiciliati nel territorio di Ats Brescia e a circa 200 ricoveri.

Il numero massiccio, e repentino, dei casi hanno destato subito allarme tanto più perché, soprattutto per la casualità che sembra possa essere addebitata ad un batterio nell’acqua, hanno riportato la mente all’emergenza per la legionella scoppiata a luglio a Bresso, comune dell’hinterland milanese con 52 casi e 4 morti per cui si è immediatamente allertata l’Agenzia di Tutela della Salute che, sabato pomeriggio, ha indetto un confronto con i responsabili degli acquedotti della Bassa bresciana, ed anche dell’Istituto Superiore di Sanità, per valutare anche questa ipotesi.

Alla riunione ha fatto seguito una prima dichiarazione dell’ assessore regionale al Welfare Giulio Gallera con la quale informa che:

«Il personale di vigilanza del Dipartimento di Igiene e Prevenzione sanitaria e del Laboratorio di Sanità pubblica di Ats Brescia è impegnato nella verifica della rete idrica dei Comuni colpiti per individuare le fonti di approvvigionamento e conoscere lo stato degli acquedotti. In particolare i tecnici dell’Igiene stanno realizzando campionamenti delle acque potabili, mentre il Laboratorio ha in corso analisi specifiche i cui esiti saranno disponibili nei prossimi giorni».

A questo punto, e al di là delle risultanze che si avranno, crediamo che sia opportuno dare un’indicazione tecnica sul cos’è la Polmonite, così come specificato, sul suo sito, dal Ministero della Salute al fine di evitare allarmismi controproducenti:

LA POLMONITE, spiegano al Ministero, è un’nfiammazione della parte terminale dei polmoni, gli alveoli polmonari, piccoli (0,2 mm) palloncini elastici, il cui scopo è estrarre dall’aria l’ossigeno necessario alla funzione di tutte le cellule e cedere l’anidride carbonica che è il prodotto di “scarto” dell’attività cellulare.

La polmonite è in genere conseguenza di un’infezione che causa l’infiammazione e il riempimento degli alveoli con liquidi. Questa condizione rende difficile lo scambio gassoso e quindi la respirazione ed è direttamente responsabile dei sintomi più comuni che caratterizzano la patologia: tosse e difficoltà a respirare. Nei casi più gravi la polmonite può avere serie conseguenze e mettere a repentaglio la vita.

La polmonite è la principale causa di morte infantile nel mondo. L’Organizzazione mondiale della sanità stima che ogni anno uccida 1,2 milioni di bambini con meno di cinque anni (il 18% di tutti i decessi in questa fascia di età): più di Aids, malaria e tubercolosi insieme.

In base ai pochi dati disponibili in Italia l’incidenza della polmonite sul territorio è meno di due casi su 1000 abitanti ma nel 2010 (ultimo anno per cui sono disponibili i dati) la polmonite è stata responsabile di oltre 136mila ricoveri, in quasi la metà dei casi con complicanze.

La polmonite causa inoltre ogni anno in Italia numerosi decessi: nel 2008 sono stati quasi 7000, verificatisi nella quasi totalità dei casi in persone con un’età superiore ai 70 anni.

Gli anziani, insieme ai bambini, rappresentano infatti la fascia di età più suscettibile a contrarre la malattia e la polmonite è una delle più frequenti cause di morte negli anziani.

Sono a maggior rischio di polmonite i fumatori, le persone affette da altre patologie (in particolare malattie polmonari come la BPCO, l’asma e la fibrosi cistica, malattie cardiache, malattie renali o del fegato) e le persone con un sistema immunitario indebolito.

Nella maggior parte dei casi la polmonite può essere curata a casa con antibiotici. I casi più gravi tuttavia devono essere ricoverati in ospedale perchè la polmonite può causare serie complicanze come l’insufficienza respiratoria, il versamento pleurico, l’ascesso polmonare e la setticemia.

La polmonite può essere prevenuta con opportune norme igieniche, con stili di vita corretti (smettere di fumare, per esempio); esistono anche vaccini che proteggono soltanto da alcuni dei microrganismi infettanti.

Ciò precisato, diamo ora anche qualche indicazione di comportamento informando, anzitutto, che la Regione Lombardia assicura che «non esiste alcun tipo di rischio per l’utilizzo dell’acqua alimentare e non sussiste alcuna restrizione al normale svolgimento dell’attività nelle varie comunità, tra scuole e luoghi di lavoro».

Premesso che le persone maggiormente esposte sono quelle con patologie croniche: diabete, malattie polmonari, cardiopatie, tumori, infezioni in corso, segnaliamo alcune accortenze raccomandate alla popolazione derivanti dalla constatazione che non è l’assunzione in se dell’acqua a poter essere pericolosa, ma la sua “vaporizzazione” e quindi la sua conseguente “aspirazione”.

Le avvertenze pertanto sono quelle di:
  • sostituire i filtri dei rubinetti o di lavarli con anticalcare,
  • lasciar scorrere l’acqua calda e poi la fredda prima di utilizzarle,
  • allontanarsi da punti di emissione dell’acqua dopo l’apertura dei rubinetti e aprendo le finestre.
  • evitare fonti di acqua vaporizzata (ad esempio gli irrigatori automatici e le fontane),
  • non utilizzare vasche con idromassaggio,
  • non irrigare i giardini con diffusori a spruzzo né lasciare al sole le canne per bagnare i fiori.

In conclusione segnaliamo che i sintomi cui prestare particolare attenzione sono le difficoltà respiratorie e la febbre: se si verificano, è opportuno rivolgersi al più presto al medico curante.

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