Destre, tutte impegnate a fare lunghi dibattiti su merendine, l’immancabile invasione di migranti, tasse e così via criticando tutto tanto per Fare Ammuina
Politica, economia, clima, un unico ordine di Destra: “Facite ammuina”
Nelle destre ormai l’ordine imperante sembra essere (e questa volta realmente) sempre più quel famoso – per qanto inventato ordine – “facite ammuina” (“fate casino”) di un Ammiraglio della Real Marina del Regno delle Due Sicilie per cui eccoli li tutti pronti, giornalisti e politicanti di riferimento, a dibattere su tutto così, a caso e tanto per parlare e “fare ammuina” purché, ovviamente, l’argomento ed il discusso sia in casa e campo altrui.
Ed allora eccoli tutti li pronti ad aprire e a fare lunghi dibattiti sulle merendine, sull’immancabile invasione dei migranti, sulle tasse e via di questo passo tutto avversando, tutto criticando e senza mai discutere in base a seria e concreta “analisi”, con dati reali e non inventati o “forzati” al loro voler discorrere senza mai dare indicazioni di seria e reale soluzione (con dati, cifre, programmi ecc e non solo sul filo del mai specificato: si potrebbe). Insomma, pronti a discutere (si fa per dire: più realmente a “spettegolare”, “sparlare”, “criticare”) a bocca libera, e cervello spento, su tutto purché sia distraente dai loro problemi e dal loro essere problemi già solo per il loro esistere.
Un esempio su tutto lo abbiamo avuto dal loro volgare, rancoroso, accidiso e cretinoso scagliarsi contro la 16enne attivista svedese, Greta Thunberg (figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg) che ha sfidato, e continua a sfidare, i leader mondiali nella lotta contro il cambiamento climatico.
È in questo che stanno dando il meglio della loro accidiosi e del loro cretinismo e negazionismo purché sia e sembra essere una gara tra politicanti e giornalisti a chi la spara più grassa, ignorante e volgare. Sommo esponente e rappresentatnte di questa categoria, ormai da tempo è il direttore di Libero, Vittorio Feltri, che non perde mai un’occasione per non tacere per cui, sul tema, eccoli li pronto a dire: “Non vedo l’ora che Greta si sgretoli” “rompiballe” (ed ho scelto le espressioni più benevoli e meno volgari) rifacendosi anche a “presunte” opinioni di seri scienziati (presunte perché travisate o perché se ne estrapola una sola parola che a tutt’altro puntava per asservirla al loro dire) come anche di altri altrettanto supponenti e non meno accidiosi pronti a deridere gli altri, a dire che “gli altri” fanno allarmismo perché, alla fin fine, non è che ci sia proprio una catastrofe in atto e poi …. poi non è che con le energie alternative, quelle green, si potrebbe sopperire alla fame di energia che il mondo richiede oggi per cui …. SIC! Verrebbe da osservare che, se quello degli altri è “catastrofismo” la loro è “rassegnazione” (oltretutto anche di comodo economico) e, comunque, un procrastinare altre azioni per intervenire (semmai fosse ancora possibile) unicamente a seguito di catastrofe, ne più ne meno come si fa per tutti gli eventi che sovvertono il territorio sui quali si interviene solo dopo, solo in emergenza, e con anche maggior costi sia economici che in vite umane.
Ma questa è la loro filosofia visto che, comunque sia e vada, per loro è win-win: vincono (guadagnano ora) sugli sutilizzi attuali, guadagneranno domani sugli interventi. A rimetterci saremo sempre solo noi: i cittadini pantaloni da sempre sfruttati da queste sanguisughe che, per altro, alcuni di noi applaudono anche.
T
ornando a Greta ed al suo allarme da questi non solo contestato ma anche deriso, spesso volgarmente, diamo un’occhiata proprio a quella da loro stessi messa in campo unicamente per deriderla e contestarla: l’estinzione di massa che si starebbe attivando (per alcuni che sarebbe ormai già stata attivata), la sesta dell’era geologica.
Nella storia ci sono già state cinque estinzioni di massa:
- la prima di queste estinzioni si è conclusa alla fine del periodo geologico dell’Ordociviano (circa 443 milioni di anni fa), con la scomparsa dell’86 per cento delle specie viventi.
- nella seconda (fine-Devoniano, circa 359 milioni di anni fa) questa percentuale era stata del 75 per cento,
- nella terza (fine-Permiano, circa 251 milioni di anni fa) era stata più alta: fino al 96 per cento
- la quarta alla fine del Triassico (circa 200 milioni di anni fa), le specie scomparse in un relativo breve periodo di tempo erano state l’80 per cento;
- la quinta, invece, alla fine del Cretaceo (circa 65 milioni di anni fa), quando scomparvero il 76 per cento delle specie tra le quali i dinosauri. Le percentuali sono naturalmente stime fatte dagli scienziati.
Per tutte queste, i ricercatori hanno anche classificato le cause degli eventi, e sono proprio queste, a ben valutarle, che dovrebbero preoccupare tutti.
Fatta eccezione per la prima estinzione di massa, infatti, in tutte le altre quattro i cambiamenti climatici (sia riscaldamento che raffreddamento) hanno giocato un ruolo centrale, ma oggi, per la prima volta si sta verificando un fenomeno nuovo: moltissime specie viventi rischiano di scomparire per sempre a causa delle attività di una singola altra specie – l’essere umano – ed è per questo che, quella che viene ormai comunamente indicata come “la sesta estinzione di massa”, ha già un nome ed è chiamata, dagli scienziati, “Estinzione dell’Olocene” (o dell’Antropocene), perché prende il nome dall’epoca geologica in cui viviamo. E una delle sue cause sarebbe proprio il riscaldamento globale, sulle cui origini antropiche (dal greco Antropos: uomo) la comunità scientifica è unanimemente concorde.
Il Dott. Wignall, professore di paleontologia all’Università di Leeds – nel libro Extincion: Extincion: A very short introduction, scrive:
«Le estinzioni di massa del passato hanno rimosso le specie più dominanti e abbondanti in natura, facendo anche collassare le basi delle catene alimentari negli oceani»
«L’attuale crisi estintiva non ha ancora caratteristiche di questo tipo, e le estinzioni osservate sono concentrate soprattutto tra grandi vertebrati terrestri che vivono in piccole popolazioni. Ciononostante gli attuali tassi di estinzione possono essere comparati con quelli del passato, suggerendo che probabilmente stiamo assistendo all’inizio di una possibile estinzione di massa».
In conclusione quindi, da un punto di vista scientifico è ancora presto per classificare con certezza che ci troviamo all’inizio di «un’estinzione di massa», ma diversi studi suggeriscono che questa ipotesi è molto probabilmente fondata per cui, se ad essa vogliamo arrivare quanto prima, siamo sulla strada giusta.
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