Politica e malaffare: Tra il 2018 e il 2020 sono stati affidati 13 appalti a 4 ditte diverse che fanno sempre riferimento alla stessa famiglia: I De Iulio.
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li ispettori ministeriali si sono concentrati sui rapporti tra l’ex sindaco Cimmino e la famiglia De Iulio nella quale figurano componenti condannati per fatti di camorra. Episodio lampante, come già ricordato più volte, è la partecipazione di Cimmino al matrimonio, in qualità di testimone di nozze, di Guglielmo De Iulio.
Va precisato che i rapporti tra palazzo Farnese e i De iulio iniziano nel 2017, quindi un anno prima della vittoria del centrodestra nell’ex Stalingrado del Sud. Infatti 4 dei 13 appalti finiti nella relazione della commissione d’accesso sono antecedenti alle amministrative del 2018, 2 in particolare collegati alla tornata elettorale.
Emblematico in tal senso l’affidamento per l’acquisto delle stampanti ad aghi: l’offerta in sede di gara d’appalto era stata presentata da una società diversa da quella che poi ha fatto la fornitura e incassato il denaro.
La commissione d’accesso è poi andata avanti ed ha segnalato altri 3 appalti assegnati nel 2018 (dopo l’insediamento di Cimmino), 4 nel 2019 e 2 nel 2020: tutti gestiti, secondo la commissione d’accesso, da società collegate tra loro e che in totale avrebbero incassato circa 500 mila euro in 3 anni.
Gli ispettori si sono soffermati sulle procedure adottate dai dirigenti comunali rilevando una serie di anomalie, contestando in particolare la mancata applicazione del principio di rotazione di aziende fornitrici. Un sistema che, sospetta la commissione d’accesso, potrebbe essere stato favorito proprio dai rapporti tra la politica e gli imprenditori, con particolare riferimento a Gaetano Cimmino.
Attorno a questa vicenda ruota gran parte dello scioglimento del consiglio comunale, perché evidenzierebbe il condizionamento dell’amministrazione di centrodestra.
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Michele De Feo / Redazione Campania
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