Valeria Valente con Denis Verdini
L’inchiesta di “Repubblica”: bufera per la candidatura, nella lista Ala di Verdini, dei parenti di un boss
“La lista è pulita e io non cambio idea. Ognuno risponda per quello che fa e non per le colpe dei padri”, fa quadrato il leader di Ala Denis Verdini, difendendo dal palco il figlio di un boss candidato con la sua formazione al Comune. Più prudente la candidata Pd Valeria Valente: “Io continuo a non provare imbarazzi, perché noi da sempre siamo contro la camorra. Ma chiederemo ad Ala di fare le dovute verifiche, se ci sono ragioni di opportunità prenderemo provvedimenti”.
O
re 11. Imbarazzo, tensione. E fuoco elettorale: amico e nemico. Deflagra alla Stazione Marittima, proprio nel giorno del bacio politico tra il leader Verdini e la candidata sindaco Pd, il caso dei Calone: l’inchiesta di Repubblica sui due candidati “impresentabili” legati a una famiglia ritenuta vicina alla camorra del Rione Traiano, periferia ovest.
Tra candidati, attivisti e militanti ex berlusconiani, c’è anche lui: il candidato Vitale Calone, 37 anni, aspirante consigliere al Comune per la lista Ala e figlio di un narcotrafficante con condanna definitiva, Vincenzo, alle spalle oltre 16 anni di carcere, e arresti e denunce anche per associazione mafiosa, armi, ricettazione. Ma Calone jr si difende a testa bassa. Non prima di aver ricevuto una stretta di mano da Verdini e una solidarietà umana e politica da parte dello schieramento dei suoi senatori.
“Ma che cos’è questo pseudogiornalismo? Mio padre è stato dentro tanti anni, ora devo pagare anche io? – replica, braccato da telecamere, Vitale – Io mi dissocio dalla camorra, certo. Mio padre ha sbagliato e pagato. Ma lo sappiamo quanti sono a Napoli quelli che hanno un problema di camorra? Forse quattro milioni, e allora li buttiamo tutti a mare? Allora questa terra non può parlare né avere diritti?”.
Calone spiega inoltre: “Io mi occupo di bambini da tanto tempo. I salvo i ragazzini, alcuni da famiglie abbandonate, altre da abusi. Una l’ho proprio curata io, era vittime di sette sataniche.
Dove vivo? Tra le Marche, dove lavoro, in Calabria, in Basilicata. Con le mie associazioni salvo i più indifesi, lavoro a contatto con gli assitenti sociali, che invece non funzionano. Specie al sud. Per non parlare delle altre differenze col nord: se ci sono minori che hanno bisogno, al nord funzionano le convenzioni e i Comuni pagano, qui invece sono ragazzini di serie C”. Calone conferma anche l’altra notizia: “È vero, è candidato alla Municipalità anche mio nipote, ha venti anni, certo non ha nessuna esperienza. Gli volevo dare una possibilità. Il fatto che sia omonimo di mio padre? Eh, magari si poteva candidare lui. Ma gliel’ho detto: ha sbagliato e pagato”.
Poco distante da lui, anche dal palco, il senatore Verdini, dopo aver rinnovato il suo invito a sostenere la Valente, e ad aderire alla missione riformista di Matteo Renzi dopo il ventennio berlusconiano, torna sull’argomento del giorno. Verdini difende con pacatezza il principio che “nessuna responsabilità di un padre può ricadere sui figli” e rivendica “il diritto all’oblio anche per chi ha sbagliato”.
La Valente non ci sta a “criminalizzare nessuno, se si è incensurati”, ma mette comunque dei paletti: “Verificheremo. Stiamo parlando di un candidato senza precedenti penali. Comunque, noi la camorra la combattiamo. Non accettiamo lezioni su questo”. E poi con più insofferenza, verso le critiche di alcuni esponenti bassoliniani che sparano a zero sulla scelta di allearsi com Verdini, la deputata Pd sbotta: “Comunque voglio ricordare che Ala, anche se si chiama Campania in Rete, è in Regione da tempo, non capisco sinceramente questo imbarazzo. Vedo che alcuni del mio partito che oggi parlano sono in maggioranza con loro da oltre un anno”. Chiaro riferimento al cartello casertano di esponenti ex cosentiniani che hanno contribuito alla vittoria il governatore De Luca.
vivicentro/sud/politica – repubblica / Politica e clan, Verdini spacca il Pd a Napoli. Valente: “La camorra la combattiamo” CONCHITA SANNINO
Lascia un commento