Una prodezza di Alessandro Mastalli regala alla Juve Stabia la vittoria contro un’ottima Virtus Francavilla. Al Menti finisce 1 – 0 per le Vespe.
PODIO
Medaglia d’oro: di prepotenza ad Alessandro Mastalli. Il golden boy gialloblù risolve una partita complicata per la Juve Stabia tirando fuori l’ormai solito coniglio dal cilindro. In una giornata in cui Fontana sperava di farlo riposare in vista della gara di martedì, il gioiellino ex Milan dimostra ancora una volta di che pasta è fatto, entrando con la giusta cattiveria in un match molto fisico e poco tecnico. Paradossalmente l’emblema della partita del numero 24 gialloblù non è la rete che rompe il sortilegio pugliese, ma la caparbietà con cui il centrocampista va sradicare il pallone dai piedi di Nzola, un ragazzone che sfiora il metro e 90. Se a questi gesti ci aggiungiamo il destro fulmineo con cui Mastalli trafigge Casadei, la partita del giovane centrocampista non può che rasentare la perfezione. Bravo anche Mister Fontana, coraggioso nel fidarsi ad occhi chiusi di questo ragazzo già dalla prima gara di campionato.
Medaglia d’argento: a Tommaso Cancellotti, imprendibile, soprattutto nel primo tempo. Partita di assoluta grinta ed intensità quella del numero 2 delle Vespe che va al cross a ripetizione. Proprio uno dei suoi caratteristici slalom porta il terzino in area di rigore e ad un rigore abbastanza netto non visto dalla terna arbitrale. Ancora, Cancellotti salta costantemente gli avversari sulla sua fascia di competenza, costringendoli spesso a falli da cartellino giallo, ma non per il direttore di gara. Alla presenza in fase di spinta Cancellotti aggiunge il solito lavoro sporco in quella difensiva, dove aiuta Atanasov e Camigliano a tenere a bada i pericolosi Nzola e De Angelis.
Medaglia di bronzo: a Danilo Russo, una sicurezza come sempre. L’estremo difensore della Juve Stabia è sempre più uno di quei calciatori su cui puntare ad occhi chiusi: sulle grandi prestazioni di Russo si può sempre mettere la mano (ops, il guantone) sul fuoco. Il portiere è sempre puntuale quando la palla arriva dalle sue parti, sia che si tratti di un’uscita su calcio d’angolo, sia che debba disimpegnarsi in versione libero. Proprio Russo è decisivo in almeno due occasioni con le sue uscite spericolate sulle sgroppate dello scatenato Nzola. Russo mette il puto esclamativo sulla sua prestazione, e vincendo il duello personale con l’attaccante francese, respingendo la conclusione ancora di Nzola arrivata da posizione favorevolissima. Portiere di altra categoria.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a qualche svarione difensivo di troppo dei gialloblù. Nonostante Atanasov sia stato al solito un guerriero ed il giovane Camigliano non abbia demeritato al suo esordio dal primo minuto, la difesa della Juve Stabia è andata a volte in difficoltà sui movimenti di reparto, facendosi infilare dagli attaccanti della Virtus Francavilla. Se Nzola fosse stato anche solo leggermente meno avventato sotto porta e se la conclusione di Albertini non avesse centrato il palo, probabilmente il risultato finale sarebbe stato diverso. Il paradosso è che le Vespe hanno concesso molte più occasione al Francavilla, vincendo la gara, che al Lecce, che ha invece capitalizzato al massimo le uniche tre palle gol avute. Forse a giocare un brutto scherzo ai centrali di Fontana è stata la confidenza ancora non eccezionale: non dimentichiamo che si trattava della prima gara giocata insieme da Atanasov e Camigliano.
Medaglia d’argento: all’errore dal dischetto di Spider Ripa. Partita NO per l’attaccante della Juve Stabia, che vede tutte i suoi tentativi avere scarsa fortuna. Ai tiri dal limite dell’area non fa eccezione la conclusione dagli undici metri, neutralizzata dal portiere dei pugliesi. Certo, Spider non è stato fortunato, essendosi trovato di fronte un Casadei in versione Buffon. Siamo certi che il super eroe gialloblù tornerà spesso a sparare le sue ragnatele.
Medaglia di bronzo: ai due esterni di giornata, meno incisivi rispetto al solito. Kanoute e Marotta hanno toccato tanti palloni, ma non sono riusciti a creare quel costante pericolo che spesso deriva dalle loro giocate. Yaye ha provato spesso la serpentina, incappando però in avversari che non si sono fatti pregare a metterla sulla fisicità piuttosto che sulla velocità. Marotta è invece spesso andato al cross, ma con meno precisione del solito, forse perché portato molte volte sul destro, piede non preferito dal numero 10 delle Vespe.
R
affaele Izzo