Notte bagnata e felice per la Juve Stabia, che supera il Rende centrando il quarto successo consecutivo. A decidere il match le prodezze di Carlini e Calò.
PODIO
Medaglia d’oro: a Max Carlini, direttore dell’orchestra gialloblu. Ennesima prestazione da incorniciare per quello che, ad oggi, uno degli acquisti più azzeccati della storia recente della Juve Stabia. Incorniciare, perché la rete con cui Carlini regala il vantaggio alla Juve Stabia è di quelle da porre in un museo del pallone e da ammirare all’infinito. Destro a giro, di prima, di rara potenza e precisione: la perla del 29 toglie la tradizionale ragnatela dal sette, facendo esplodere il Menti. Rete a parte, qualità dilagante nella prestazione dell’ex Reggiana, imprescindibile in qualsiasi ruolo per Caserta. Luci d’artista.
Medaglia d’argento: a Giacomo Calò ed alla sua parabola magica. Che nessuno parli di fortuna: Calò ha provato per tre volte di beffare da corner il portiere del Rende, prima di trovare al quarto tentativo l’effetto giusto. Coraggio da vendere per il prodotto del settore giovanile della Sampdoria, che gela la squadra di Modesto a sette minuti dal termine del match. La splendida rete del numero 5, che riscatta la traversa di Siracusa dello scorso campionato, conferma la sua crescita, soprattutto in termini di personalità. Occhio lungo quel del D.S. Polito, che già all’indomani del playoff perso con la Reggiana, indicava Calò come scommessa su cui puntare in questo campionato. Se il buongiorno si vede dal mattino, la Juve Stabia ha trovato il suo nuovo golden boy. Genietto della lampada.
Medaglia di bronzo: a Luigi Canotto, in una gara in cui l’esterno mostra una crescente maturità. Prima parte di gara a ritmi altissimi per il 18 della Juve Stabia; è lui a saltare l’uomo ed a creare costante superiorità sulla destra. Pochi complimenti per i difensori del Rende che martellano, letteralmente, l’esterno ex Trapani. Nella ripresa è una giocata da prestigiatore sempre di Canotto a mettere avanti alla porta Troest, ma il difensore danese si divora la palla del sorpasso. Dopo la rete di Calò, la gestione della palla di Canotto è da grande uomo squadra: furbizia, malizia, falli conquistati e battibecchi con gli avversari, fondamentali per far correre il cronometro. Fattori che per Caserta valgono più di un gol. Fuoriserie.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Daniele Paponi, assorbito dalla difesa del Rende. Il capitano stabiese mette in campo tanta generosità, sacrificandosi sempre in nome del gioco delle Vespe. La difesa di Modesto riesce però a disinnescare bene Paponi, che sbaglia anche la gestione della ripartenza favorevole alla Juve Stabia, da cui nasce invece la rete del pareggio calabrese.
Medaglia d’argento: a Magnus Troest, sorpreso dalla ripartenza con cui il Rende trova il pari. Prestazione solida per il difensore gialloblù che ben figura ad eccezione di una circostanza. La rete del pareggio biancorosso vede la chiusura tardiva di Troest, che si fa sorprendere non come ci si attenderebbe da un calciatore della sua esperienza. A pesare sulla gara del numero 20 anche la clamorosa occasione da rete sciupata nella ripresa.
Medaglia di bronzo: a Kevin Stallone, comprensibilmente timido all’esordio dal primo minuto. Traspare un pizzico di emozione nelle giocate del prodotto del vivaio delle Vespe, che comunque si disimpegna bene in entrambe le fasi di gioco. Per lui nel post gara parole di stima di Caserta, che punterà ancora su di lui. Il ragazzo è forte e si farà.