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Castellammare di Stabia

Il Podio Gialloblù di Juve Stabia – Lupa Castelli Romani 4 – 2

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La Juve Stabia conquista la salvezza matematica con la bella vittoria in rimonta sulla Lupa Castelli Romani. Analizziamo nel Podio Gialloblù i principali spunti di riflessione del match.

PODIO
Medaglia d’oro: a Francesco Nicastro, che si conferma calciatore di altra categoria. Il numero 10 sale a quota 12 in classifica marcatori con una doppietta che apre e chiude la “ballata”, per rifarci al nostro editoriale ) , gialloblù. Il fantasista prima segna da attaccante vero, con un tuffo di testa che “giustizia” il portiere ospite Tassi, ed a tempo quasi scaduto, beffa nuovamente il numero 1 laziale con un preciso diagonale mancino. Ciò che colpisce, a prescindere dalle reti, è la classe che guizza fuori in ogni giocata di Nicastro, bravo ormai non soltanto da classico numero 10, ma a suo agio anche nel ruolo di punta centrale. Nicastro ha infatti acquisito la fame, il senso del gol e la freddezza dell’ attaccante “universale”, e la sua doppia cifra in classifica marcatori non è casuale. Anche oggi le reti del calciatore gialloblù sarebbero potute essere almeno quattro; solo il palo, ed un grande Tassi poi, hanno impedito a Nicastro di portarsi a casa il pallone firmato da tutti i compagni, come si fa in caso di tripletta.

Medaglia d’argento: a Sergio Contessa, autore di tre assist sui quattro gol delle Vespe. Il terzino sinistro purtroppo o per fortuna ci dà ragione, dimostrando che, quando ha voglia ed è concentrato sulla partita, se non è il miglior numero 3 della categoria è sicuramente in lizza per il primo posto. Nel match di oggi Contessa recupera tutti i cross che aveva mancato nelle precedenti uscite, diventando l’esterno che qualsiasi attaccante vorrebbe avere al suo fianco, anzi, sulla sua fascia. E’ dal sinistro del calciatore pugliese che partono i cross sui cui si avventano rispettivamente Nicastro, Obodo e Diop, così come quasi tutte le occasioni delle Vespe hanno il marchio di fabbrica del traversone teso, tagliato ed a rientrare di Contessa. In quella che, probabilmente, è stata la sua penultima presenza al Menti con la maglia gialloblù, Contessa fa aumentare i rimpianti per il suo campionato di alti e bassi e che invece sarebbe potuto essere decisamente diverso, proprio come quello di tutta la squadra.

Medaglia di bronzo: a Kenneth Obodo, pura sostanza in mezzo al campo. Il centrocampista nigeriano non gioca un match bello da vedere, ma dà tanto peso e tanta sostanza all’intero assetto di squadra, che si appoggia quasi completamente su di lui. Con un Maiorano non in grande spolvero e quattro giocatori offensivi da supportare, la squadra soprattutto nel primo tempo va in debito di ossigeno e perde spesso le distanze ed è proprio quella la fase in cui Obodo fa vedere tutta la sua importanza. Il suo lavoro, seppur sporco e poco visibile, è fondamentale nelle sorti della partita. Nella ripresa la rete del sorpasso, che arriva con una bella inzuccata su cross di Contessa, è il giusto premio per colosso del centrocampo, che in conferenza stampa già si proietta alla prossima stagione, da vivere ovviamente con la maglia gialloblù che sente sempre più sua.

CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Stefano Maiorano, più che in palla, nel pallone per buona parte del match. Il mediano rientra dalla squalifica ma con la sua prestazione dà ragione a chi avrebbe preferito vedere Favasuli dall’inizio al fianco di Obodo. La partita dell’ex Catanzaro è lenta, confusionaria e nervosa, quasi come se lui e la squadra si confrontassero su ritmi e schemi differenti. Come troppo spesso accade, inoltre, Maiorano si fa ammonire e rischia il rosso in seguito, anche alla luce del suo stile di gioco inevitabilmente fisico. I troppi cartellini in cui incappa il centrocampista di Battipaglia cominciano a diventare un fattore troppo prevedibile e non accettabile da un giocatore della sua esperienza.

Medaglia d’argento: a Francesco Lisi, autore della terza partita “normale” consecutiva. Dopo le super prestazioni con cui ha tolto le castagne dal fuoco ai gialloblù, l’ex Rimini sta comprensibilmente vivendo un periodo di leggera flessione, in cui la grinta e la determinazione non sono sempre affiancate dalla necessaria lucidità in fase di cross. Poche le azioni del numero 7, a cui si accende poche volte la lampadina dell’imprevedibilità che tanto manda in tilt gli avversari di turno. Flessione assolutamente comprensibile e giustificabile, che arriva fortunatamente a salvezza acquisita.

Medaglia di bronzo: ai due centrali difensivi e a Stefano Del Sante. Polak e Navratil si sono fatti sorprendere in più occasioni dall’attacco brevilineo e veloce della Lupa Castelli Romani, che non ha mai avuto difficoltà a saltare i giganti delle Vespe. Da dimenticare il posizionamento difensivo sul secondo gol degli ospiti, quello di Morbidelli, così come sulle ripartenze pericolose dei laziali che solo per poco non si sono concluse con la terza rete. Per Del Sante, invece, solita prestazione fatta spesso di falli a quaranta metri dalla porta, polemiche con arbitri ed avversari e tempismo sbagliato in area di rigore. Insomma, atteggiamenti più da prima donna che da primo attaccante quale è in grado si essere.

R

affaele Izzo


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