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Castellammare di Stabia

Il Podio Gialloblù di Juve Stabia – Fidelis Andria 2 – 1

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PODIO

Medaglia d’oro: a Spider Ripa, arrivato a quota 14 reti in stagione. Statistica mostruosa per il bomber di Battipaglia, soprattutto se si riflette sul fatto che dei suoi avversarsi di inizio stagione per il posto da titolare, ben più accreditati di lui, uno è ad Ancona, e l’altro fa parte ormai solo sulla carta della rosa della Juve Stabia. Spider Ripa è riuscito col silenzio e con il lavoro sodo a mettersi alle spalle un intero anno di inattività, diventando (nuovamente) il leader a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà. La zampata con cui ha deciso il match di oggi, rappresenta l’ennesimo avvicinamento alla condizione fisica ideale, che deve essere al top in concomitanza con l’inizio dei play off. Dategli anche solo un pallone giocabile e lui lo trasformerà in gol.

Medaglia d’argento: a Yaye Kanoute, che con il suo slalom sotto porta mette in discesa la gara della Juve Stabia. Prestazione di sostanza per l’esterno senegalese, intraprendente e fortunato nel trovare la rete del vantaggio; il pallone con cui si chiude l’uno due con Matute arriva in modo quasi casuale a Kanoute, bravo poi a puntare dritto (con qualche deviazione obbligatoria) alla porta della Fidelis Andria. Sintesi perfetta dell’antico detto secondo cui la fortuna aiuta gli audaci. Il numero 7 gialloblè si fa poi apprezzare nel sacrificio in fase difensiva, inevitabilmente necessario in uno schieramento a trazione così offensiva come il 4-2-3-1 scelto da Carboni. Partita di qualità e quantità quella di Yaye.

Medaglia di bronzo: a Tommaso Cancellotti, calciatore a tutto campo sull’out destro. Classificare Cancellotti come “terzino destro” appare ormai riduttivo, vista l’abilità del numero 2 stabiese di ricoprire tutti i ruoli di esterno pur rimanendo nella posizione di terzino, appunto. Partita subito impegnativa per il difensore umbro, che si trova a dover “tappare” qualche buco difensivo dei suoi compagni; lavoro svolto ovviamente bene da Cancellotti, efficace anche in fase di spinta quando si affianca a Kanoute. Alla grinta ed alla duttilità si associa una condizione fisica sconosciuta, purtroppo, a buona parte dei compagni di squadra. Unico neo della sua gara è l’ammonizione che gli farà saltare la gara di Agrigento.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Danilo Russo, purtroppo nuovamente vittima di un infortunio. La giornata sembra essere tranquilla per l’estremo difensore stabiese, che si trova a dover sporcare i guantoni solo per posizionare il pallone prima di procedere a pochi rinvii dal fondo. L’imprevisto, come spesso ultimamente avviene a Russo, è dietro l’angolo e oggi si cela nella innocua punizione di Curcio: la palla è lenta e centrale ma il portiere della Juve Stabia se la fa scivolare dalle mani, facendola finire in porta. Ennesima indecisione della seconda parte di stagione di Russo, che a questo punto deve imprescindibilmente essere recuperato psicologicamente in vista degli spareggi promozione. Da apprezzare gli applausi riservati dai tifosi stabiesi a fine gara proprio a Russo, emblema di una unità di intenti da cui ripartire.

Medaglia d’argento: a Kelvin Matute, oggi sotto tono. Il centrocampista camerunense è apparso fin dalle prime battute di gara a corto di benzina, quasi come se giocasse ad una velocità inferiore rispetto agli avversari. Inevitabile la sofferenza per Matute, che fa del dinamismo e dei muscoli le sue armi migliori; nel finale di gara, con i ritmi calati (ulteriormente), il numero 8 è stato però efficace nell’offrire la giusta copertura ai suoi difensori.

Medaglia di bronzo: a Santiago Morero, appena recuperato fisicamente ed evidentemente non al top. Partita con qualche sbavatura di troppo per il difensore argentino, che, soprattutto nel primo tempo, eccede in sicurezza, sbagliando giocate rischiose e non necessarie alla squadra. Per Morero valgono le considerazioni fatte in parte su Russo; autore di un ottimo girone di andata, nella seconda parte di stagione il difensore ex Alessandria è finito col perdersi insieme a tutta la squadra, nonostante fosse uno degli uomini di maggior esperienza e carisma.

R

affaele Izzo


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