La Juve Stabia trova tre gol sotto l’albero di Natale. Le Vespe superano agevolmente la Fidelis Andria consolidandosi in zona playoff
PODIO
Medaglia d’oro: a Fabio Caserta, il fuoco di questa Juve Stabia. Probabilmente nella storia stabiese non c’è stato un allenatore che abbia bramato e desiderato più di Caserta la panchina delle Vespe. La simbiosi tra il tecnico calabrese e l’ambiente si vede nelle sue scelte, nel suo atteggiamento e nel suo modo di essere leader dei suoi ragazzi. Caserta è stato bravissimo a trasformare, tra tante disavventure ambientali, un manipolo di ragazzi, a molti sconosciuti, in una squadra che gioca a memoria ed in grado di dire la sua contro chiunque. L’intuizione di Caserta è stata il passaggio ragionatamente improvviso al 4-2-3-1, modulo che ha esaltato le caratteristiche dei suoi pezzi migliori; emblema, e proiezione in campo del trainer, è Luigi Viola, centrocampista universale proprio come lo era Caserta in campo. Il centrocampista anche oggi ha cambiato almeno quattro posizioni di centrocampo, risultando il perfetto metronomo della squadra. Tornando a Caserta, è lui, il vero valore aggiunto, prima fuori dal campo e poi nel rettangolo di gioco, di questa Juve Stabia così spavalda.
Medaglia d’argento: a Luigi Canotto, l’esterno perfetto per ogni allenatore. Il match di oggi conferma quanto più volte detto: quando il numero 18 non pensa alla giocata, a quel dribbling in più che spesso è deleterio, ma gioca di puro istinto diventa un elemento devastante. Da chirurgo è la fucilata di destro con cui Canotto fulmina Maurantonio mettendo in discesa la gara, mentre è da ballerino il valzer di passi con cui l’esterno calabrese costringe l’estremo difensore al fallo da rigore. Alla tanta qualità, Canotto è stato poi bravo a mettere tanta quantità nelle sue gare, evidente segnale del lavoro che tutto lo staff ha svolto sul suo modo di giocare. Imprendibile.
Medaglia di bronzo: a Daniele Paponi e Simone Simeri. I due centravanti gialloblù, protagonisti della staffetta, hanno ritrovato il gol che mancava. Paponi ha confermato come la sua presenza in campo dia tranquillità alla squadra, che si affida al proprio 10 nelle giocate difficili e quando c’è da scardinare la difesa avversaria. Dopo essere andato vicino alla rete già nel primo tempo, lo Scorpione è stato perfetto dal dischetto, prima di lasciare il posto a Simeri. Proprio l’ariete napoletano ha mostrato la sua voglia di spaccare il mondo con la rete del 3 – 0 e con quello sguardo orgoglioso verso la panchina dopo il gol, che non ha trasmesso mancanza di rispetto ma voglia di far capire al suo allenatore di esserci di nuovo, o di esserci sempre stato. Bocche da fuoco.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: all’appagamento (momentaneo) dopo la rete del vantaggio. Dopo aver sbloccato la gara, la Juve Stabia ha rallentato dando coraggio alla Fidelis, che dal canto suo ha tentato di approfittarne. La sensazione è che si sia verificato un leggero calo di contrazione tra gli uomini di Caserta, evidentemente consapevoli della propria superiorità. Non è un caso che dopo l’intervallo (ed i richiami del proprio allenatore) i gialloblù siano scesi in campo con un piglio differente, chiudendo senza affanni la gara.
Medaglia d’argento: alla scarsa affluenza al Menti. La variazione di orario, decisamente più favorevole ai commercianti, non ha sortito l’effetto sperato: la Juve Stabia ha salutato un 2017, comunque positivo, davanti a pochi intimi. 185 gli spettatori paganti, che si sono sommati agli abbonati, per un totale di 601 presenti: dato imbarazzante per una gara di Serie C e, soprattutto, per una squadra che sta lottando in piena zona playoff come la Juve Stabia. Solo la Curva Sud ha regalato alle Vespe il proprio incessante sostegno, finalmente festeggiando a fine gara come lo scorso campionato. Se il Natale portasse alla Juve Stabia dei tifosi più coscienziosi e passionali, sarebbe decisamente un regalo gradito!
Medaglia di bronzo: a Carlo Crialese ed ai suoi cross non precisi. La sensazione è che il forte terzino romano “senta” la pressione che precede il traversone, andando spesso a sbagliarne la misura. Nonostante queste imperfezioni, Crialese resta un elemento di spicco della squadra; se affina questi aspetti può diventare ancor più determinante.
R
affaele Izzo