Il missile di Calò regala il pareggio in extremis alla Juve Stabia, facendo esplodere il Menti. Il centrocampista scuola Samp risponde così alla rete iniziale di Castaldo
PODIO
Medaglia d’oro: a Giacomo Calò, letale cecchino della Juve Stabia. “Voglio vincere un’altra sfida, quella di Calò, che secondo me è fortissimo”, con queste parole il D.S. gialloblu Polito, all’indomani della sconfitta con la Reggiana, anticipava la grande stagione di Calò. Cinque mesi dopo, la profezia di Polito si è realizzata: Jack è diventato il fulcro della Juve Stabia. Sempre al centro del gioco, personalità dilagante per i suoi 21 anni e piedi in grado di telecomandare il pallone da ogni posizione. Con lui ogni calcio piazzato diventa un pericolo, dal calcio d’angolo alla punizione dalla trequarti. Proprio con un colpo dalla distanza, il 5 fa esplodere il Menti. Piede Caldo.
Medaglia d’argento: ad Alessandro Mastalli, cuore e polmoni della sua squadra. Più che una Vespa, il Capitano stabiese sembra un grillo: salta da un estremo all’altro del centrocampo, rincorrendo avversari e fungendo da mastino, dai piedi educatissimi, della mediana della Juve Stabia. Nella ripresa, per buoni tratti, Mastalli è onnipresente, efficace in copertura e pericoloso nelle sue sortite offensive. Se nel primo tempo non inquadra la porta da ottima posizione, il volo ad angelo con cui in extremis quasi regala il ribaltone alla Juve Stabia meriterebbe miglior fortuna. Instancabile.
Medaglia di bronzo: a Daniele Paponi, un leone tra le maglie della difesa della Casertana. Quando c’è magari non si vede tanto ma quando non c’è se ne sente tremendamente la mancanza: è la parabola del 10 delle Vespe, che con il suo lavoro risulta sempre fattore determinante per i risultati della squadra. Lotta, prende botte, fa sponde per i compagni; in una serata in cui la lampadina delle idee gialloblu si accende a fasi alterne, lo scarico su Paponi è sempre una buona idea. Nel primo tempo l’attaccante propizia a modo suo il quasi gol di Canotto, mentre nella ripresa innesca più volte Elia e lo stesso Canotto. Guerriero.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Fahd Aktaou, ancora impreciso in marcatura. Seconda sbavatura dopo quella di Vibo Valentia per l’olandese, che si lascia sfuggire Castaldo per la rete del vantaggio dei Falchetti. La sensazione, abbastanza forte, è che Aktaou sia un esterno alto o un tornante a tutta fascia ma non un terzino da difesa a quattro. In generale, tanta timidezza per il 23, che probabilmente accusa anche psicologicamente l’errore commesso in difesa.
Medaglia d’argento: a Max Carlini, in ombra nella sua serata da ex. Prima gara al di sotto della sufficienza per il jolly gialloblu. Carlini non riesce mai a trovare la giusta sintonia col match, né da mezz’ala né da trequartista, privando la Juve Stabia di una delle sue principali fonti di gioco. Piccola pausa di riflessione per il pensatore gialloblu.
Medaglia di bronzo: a Fabrizio Melara, bello ma poco concreto. Un solo lampo di classe nella prestazione del 7 stabiese, che poi progressivamente si eclissa uscendo dalla gara. Poco incisivo, Melara, anche in fase di rientro, con Zito che sfonda più volte dalla sua parte. Calciatore di categoria superiore, preso per fare la differenza non solo a tratti.
R
affaele Izzo