Il Catania impatta sul muro della Juve Stabia. Al Massimino è 0 – 0, con le Vespe che non soffrono più di tanto, conquistando un punto pesantissimo in chiave playoff
PODIO
Medaglia d’oro: a Simone Simeri, bravo a far reparto da solo. Quando in campo c’è Paponi, ad essere privilegiati dal gioco fatto di sponde del 10 gialloblù sono i centrocampisti (chiedere a Viola e Mastalli). Completamente differente è la natura di Simeri, che cerca sempre la profondità come un leone che scatta nella savana. Il 9 stabiese fa reparto da solo, fornendo una gara di sacrificio e sostanza. Pur essendo solo contro i due centrali rossazzurri, l’ariete stabiese non ha fatto vivere una serata tranquilla ai suoi marcatori, sfinendoli con continui scatti e contrasti rocciosi. Anche senza avere palloni giocabili in area, Simeri è decisivo per l’ottimo risultato della Juve Stabia.
Medaglia d’argento: ai centrali difensivi, Allievi e Marzorati. Prestazione maiuscola per i due corazzieri della Juve Stabia, che ormai si intendono alla perfezione e quasi ad occhi chiusi. Nella morsa di Allievi e Marzorati i vari Russotto, Ripa, Curiale, Lodi e Barisic non riescono a trovare la giocata giusta, sbattendo costantemente contro il muro gialloblù. Esperienza da vendere per Marzorati, capace di infondere serenità a tutta la squadra, e grande duttilità per Allievi, brillante durante tutta la ripresa, giocata da terzino sinistro dopo l’ingresso di Bachini. Come direbbe un famoso spot “solide realtà”.
Medaglia di bronzo: a Luigi Canotto, pimpante e generoso. La sfortuna dell’ex Trapani è che la squadra giochi quasi sempre sulla fascia di Strefezza, non premiando i suoi movimenti. Non potendo farsi notare in fase offensiva, Canotto si vede, e tanto, in fase di copertura, dove spesso si affianca a Nava per respingere gli assalti del Catania. Ciononostante, è del 18 stabiese l’occasione più grande del match della Juve Stabia, con una rasoiata da posizione angolata che per poco non sorprende Pisseri.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Gabriel Strefezza, disperso tra le maglie rossazzurre. Gara opaca per il brasiliano, mai capace di saltare l’uomo e di creare superiorità numerica. A penalizzare Strefezza, anche la fisicità della difesa del Catania, non bene assorbita dall’esterno di Caserta. Abbastanza palpabili anche i sintomi da debito di ossigeno per Strefezza, costretto a fare gli straordinari dalla ormai desolante assenza di Melara, ma sempre encomiabile per impegno e grinta.
Medaglia d’argento: a Valerio Nava, impreciso in più di una chiusura. Inevitabile soffrire contro un organico come quello catanese, e Nava ne è la dimostrazione. Non errori da matita blu per il terzino destro, quanto piuttosto la sensazione di pericolo ogni volta che l’azione del Catania si sviluppa sul lato di Nava. Tra sfortuna e superficialità, uguali considerazioni per i pochi minuti in campo di Dentice.
Medaglia di bronzo: alla rabbia del Catania scatenatasi dopo il triplice fischio. Inconcepibile l’atteggiamento da caccia all’uomo dei giocatori di Lucarelli, che evidentemente hanno mal digerito la Juve Stabia battagliera presentatasi al Massimino. Parole grosse, spintoni nella zona del tunnel degli spogliatoi e incapacità di riconoscere i meriti dell’avversario stabiese, che non ha rubato nulla, in campo e fuori. Bisogna saper perdere, ma anche pareggiare: lo si tenga a mente.
R
affaele Izzo