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Adnkronos) – Un successo dopo l’altro, l’en plein di sold out per il tour indoor nei palazzetti e l’annuncio di un nuovo tour negli stadi per il 2025 dal titolo ‘Hello World’.I Pinguini Tattici Nucleari sono a tutti gli effetti la band dei record ma, nonostante il successo, la loro aspirazione è un’altra. “Non abbiamo mai voluto essere la band dei record, piuttosto la band dei ricordi”, risponde all’Adnkronos Riccardo Zanotti, voce del gruppo, attualmente impegnato con i 33 appuntamenti, tutti sold out, del tour dove la band, formata da Riccardo, Elio, Nicola, Simone, Matteo e Lorenzo, torna ad abbracciare il proprio pubblico nei palasport. “Nei concerti, e non solo nei nostri, si creano delle vere e proprie memorie, dei ricordi, un qualcosa che poi magari ti porti dietro per il resto della vita.
C’è chi si fidanza o che chiede di sposarsi, oppure c’è banalmente chi piange senza saperne il motivo.Ci sono, quindi, persone che legano alla tua musica fatti importanti dalla loro vita e questo a noi basta”, racconta Riccardo spiegando che il desiderio è quello di lasciare un’impronta duratura nei cuori e nelle memorie dei propri fan.
L’emozione più grande durante i concerti? “E’ sentire la nostra gente che canta con noi”, racconta Elio. Nonostante il loro successo, però, la band mantiene una visione critica dell’industria musicale, sottolineando l’importanza di non lasciarsi sopraffare dai numeri e dalle classifiche. “Pensiamo che la discografia sia un mezzo che può farti arrivare a tante persone, a un grande pubblico ma non bisogna mai farsi usare dalla discografia: bisogna saperla gestire”, afferma Riccardo che sugli artisti che si sono sentiti schiacciati da queste logiche risponde: “Dovremmo guardare un po’ meno ai numeri e più alle persone, perché quando le persone si trasformano in numeri è segno che un sistema non funziona”. Nella costruzione delle scalette del tour, la band apprezza sempre l’opportunità di reinterpretare brani del passato e di altri artisti e quindi nei concerti non mancheranno sorprese: “Vi dirò di più – annuncia Riccardo – in scaletta, in questo tour, in alcuni luoghi specifici lo abbiamo programmato”.Quanto ai duetti, “ci sono degli artisti che purtroppo non ci sono più, come Dalla, con cui ci sarebbe molto piaciuto collaborare.
Intanto, devo dire, a turno lo sogniamo”.Poi ci sono quelli internazionali, “penso a Chris Martin e agli Imagine Dragons, insomma quelle che sono le nostre influenze nell’attuale panorama musicale mondiale.
Di italiani ce ne sono diversi, ma vedremo”. L’anno prossimo il ritorno negli stadi, 9 gli appuntamenti già fissati e l’emozione è già alle stelle. “Ogni stadio ha delle sue particolarità che lo rendono unico, penso a San Siro, all’Artenio Franchi e quindi ci va di tornare dappertutto, proprio perché è come affrontare una sfida nuova ogni volta”, commenta Riccardo che non nasconde l’emozione anche di calcare nuovi palchi. “Ci sono anche degli stadi in cui approderemo per la primissima volta e uno che ci rende particolarmente orgogliosi, chiaramente è il Maradona a Napoli.Napoli è una città che è tantissimo legata alla musica ma ancora di più al calcio.
E’ un luogo veramente sacro e noi siamo molto contenti di poterci suonare”. Un rituale pre-concerto? “Il nostro è quello di mettere le nostre mani una sopra l’altra e urlare una frase che rimanda ad una cosa che ci è successo durante la giornata e che è stata di particolare impatto”, confida Matteo. (di Loredana Errico) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)