SCANDALO, DI ARTHUR SCHNITZLER, uno spettacolo da vedere e rivedere
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CANDALO, la piéce di Arthur Schnitzler è andata in scena al Sociale di Brescia per una prima che ha registrato una grande affluenza di pubblico al quale ha saputo offrire uno spettacolo che lo ha avvinto sin dalle prime battute e lo ha lasciato solo alla fine quando tutti i sentimenti che in ciascuno ha saputo suscitare, hanno potuto trovare sfogo in un lunghissimo e caldo applauso. Tra il pubblico ancora una volta tanti giovani, e questo è un bel segnale che – al Sociale – si può assaporare molto spesso.
La rappresentazione di SCANDALO trascina il pubblico in un mondo antico, ma tuttora vivo. Un mondo fatto di pregiudizi, invidia e amore nel quale la scelta di vivere ed amare anche al di fuori delle convenzione fatta da un giovane rampollo di una cosiddetta famiglia per bene, una volta resa nota, crea SCANDALO nella ricca borghesia chiusa nel suo conformismo.
Ugo, questo il nome del giovane rampollo che, caduto da cavallo e sentendosi in fin di vita, rivelando alla madre prima, e al padre dopo, di avere una compagnia – Toni – ed un figlio che ormai ha 5 anni, da la stura ad un susseguirsi di azioni derivanti da pregiudizi, invidia ed amore che prendono corpo alla sua morte che lo fa uscire di scena non prima però di aver strappato, alla madre e al padre, la promessa di accogliere in casa la sua compagna ed aver cura del loro figlio.
Tutta la storia, opera scritta più di centotrenta anni fa, a ben seguirla. risulta essere più attuale che mai; un testo che mette il dito in una piaga sempre purulente, al di la dei tempi, dove i germi del pregiudizio e dell’invidia cercano di sopraffare l’amore. L’amore per l’altro, per il diverso da se stessi che appare essere la colpa più grave ed imperdonabile.
Tanti e diversi sono i sentimenti che la pièce suscita negli ascoltatori e a tutti fornisce diversi spunti di riflessione che ciascuno risolverà nel suo intimo in piena libertà di giudizio.
Io l’ho fatto e alla fine ho visto crescere in me un nitido quadro della condizione sociale ancor oggi in essere. Quella di una ragazza, come Toni, che appare essere condannata ad espiare una colpa originaria non certo derivante da sua scelta: l’essere nata diversa; e si ritrova così oggetto di pregiudizi che scatenano paure ed invidie in chi la circonda che la vogliono far restare esclusa, emarginata, fuori da un mondo diverso che non la vuole accettare per paura dell’ignoto e, per questo, la emarginano.
indaga nell’animo umano, rovistando tra le paure e le nevrosi d e, per questo, la emarginaell’individuo in relazione al mondo circostante, in relazione al prossimo, in relazione al rifiuto di conoscere l’ignoto.
Che altro dire. SCANDALO è uno spettacolo che vale la pena di vedere, ed anche rivedere, per assaporarne storia e morale gustando, nel contempo, la superba interpretazione di tutto il cast sapientemente portato in scena e guidato dall’esperienza e bravura di attori del calibro di Stefania Rocca e Franco Castellano che sanno imprimere a tutta la piéce un ritmo scorrevole e incalzante posto con un linguaggio semplice e con dialoghi non troppo sofisticati che ti entrano dentro e ti prendono dalla prima all’ultima battuta
Cristina Adriana Botis / PIENONE AL SOCIALE PER LA PRIMA DI ” SCANDALO ”
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