Un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo, il “Michele Giacalone”, mentre si trovava nelle acque internazionali al largo di Cipro, tra la Siria e la Turchia, sarebbe stato bersagliato questa mattina dal lancio di pietre da parte di una decina di imbarcazioni battenti bandiera turca che lo avrebbero anche speronato e tentato l’arrembaggio. È riuscito ad allontanarsi.
Secondo la ricostruzione dell’armatore Luciano Giacalone sarebbe questa la dinamica di quanto avvenuto in acque internazionali, tra la Siria e la Turchia, a 27 miglia dalle coste turche, a nord est di Cipro. L’armatore si è recato in Capitaneria di Porto per denunciare il fatto.
Il peschereccio colpito dai pescatori turchi è lo stesso che una settimana fa aveva subito un tentativo di abbordaggio al largo delle coste di Bengasi. La motivazione sarebbe sempre la stessa: l’avvicinamento in acque considerate escluse dalla pesca internazionale per catturare il gambero rosso, vero tesoro di questi tratti di mare.
Contattato dalla Stampa, Giacalone ha confermato l’accaduto spiegando che il comandante della sua barca aveva preso la rotta di Cipro dopo aver subito l’assalto da parte dei miliziani della Cirenaica. Aveva provato a fermarsi in Grecia, ma la pesca era risultata poco proficua e così ha fatto rotta verso le acque a Nord-est di Cipro dove “dieci pescherecci turchi hanno iniziato a tagliargli la rotta, lo hanno costretto a tirare su le reti, poi gli hanno lanciato pietre e alla fine hanno speronato l’imbarcazione”.
“Vorrei sapere dal Governo italiano dove possiamo andare a pescare senza rischiare la vita”, ha detto Giacalone.
“Se non interviene al più presto l’Unione Europea per risolvere il problema della pesca nel mediterraneo prima o poi ci scapperà il morto. Non basta nemmeno più il Governo italiano che per altro ci ha abbandonato, ci vuole l’Europa che metta regole e paletti altrimenti situazioni come la nostra con i turchi o quella di qualche giorno fa con i libici finiranno nel peggiore dei modi” ha dichiarato l’armatore Luciano Giacalone che lancia l’ennesima richiesta d’aiuto contro le aggressioni che ormai settimanalmente subiscono i pescherecci di Mazara del Vallo in tutto il Mediterraneo.
“Non bastavano i rischi e i problemi con la Libia, ora ci viene impedito di pescare anche in pieno Mediterraneo. Vorrei sapere dove possiamo andare a pescare senza rischiare la vita” chiede l’armatore Luciano Giacalone che poi descrive cosa è accaduto “Il mio peschereccio insieme ad un altro mazarese, il San Giorgio I, si trovava in acque internazionali davanti la Siria, quando è stato attaccato da motopesca turchi. Ci hanno detto che non dovevamo più pescare lì. Il mio peschereccio è stato prima preso a sassate dai diversi pescherecci turchi, che lo hanno speronato e poi hanno tentato di salire a bordo. Il comandante è stato costretto a tirare le reti e ad allontanarsi dalla zona” ha detto Giacalone alle agenzie di stampa “Eppure siamo in acque internazionali. Immediatamente è intervenuta una nave militare turca e poi un elicottero italiano. Ci sono stati attimi di tensione ma poi per fortuna tutto si è risolto senza conseguenze”.
N
essun marinaio italiano è rimasto ferito e le due imbarcazioni mazaresi sono in buone condizioni.
“La cosa che più mi riempie di rabbia è che ogni volta se vogliamo che la situazione si risolva dobbiamo essere noi a fare un passo indietro, ad andarcene, a cedere davanti a evidenti soprusi. Questo perché nessuno ci tutela, siamo abbandonati a noi stessi” ha aggiunto l’armatore Luciano Giacalone.
Appena alcuni giorni addietro il peschereccio «Aliseo» della flotta di Mazara del Vallo (TP) impegnato in una battuta al largo delle coste di Bengasi era stato “6 Maggio 2021 Mitragliato da motovedetta libica peschereccio italiano, sarebbe ferito il comandante”.
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