La Juve Stabia si rialza nel finale di gara, riacciuffando il Pescara grazie alle reti di Silipo e Zigoni arrivate dopo il doppio vantaggio abruzzese
PODIO
Medaglia d’oro: a Luca Pandolfi, croce e delizia dell’attacco della Juve Stabia. Il numero 7 nel bene e nel male è l’elemento in grado di incidere più di altri sulle sorti delle Vespe, sia per qualità che per duttilità tattica. Emblematica la gara di Pescara, con l’ex Cosenza che inizia da punta pura per poi diventare esterno nella ripresa. Già nel primo tempo Pandolfi va vicino al gol, limando nel secondo tempo quel pizzico di egoismo che a volte ne condiziona la crescita: suo il pallone che Silipo indirizza nel sette. Nel finale sgroppa ancora centrando la traversa con un gran destro che avrebbe suggellato una grande gara.
Medaglia d’argento: ad Andrea Silipo, che con il suo ingresso libera la Juve Stabia dai fantasmi. Il fantasista dà il via alla rimonta con un gol forse ancor più bello di quello siglato con il Monopoli al Menti, confermando quanto il suo mancino possa essere determinante per le sorti stabiesi. Ancor più rilevante l’inizio dell’azione, con palla sottratta al Pescara proprio da Silipo e condotta con fantasia fino all’uno due con Pandolfi. A condizionarlo è la mancanza di una piena continuità ma la presenza e le dritte di un allenatore come Pochesci non possono che fargli bene.
Medaglia di bronzo: a Gianmarco Zigoni, finalmente nella versione cobra. Gol decisivo (dopo quello con la Gelbison) e da attaccante vero per il centravanti della Juve Stabia, che dà profondità e fisicità alla squadra, condotta poi al meritato pareggio. Caparbio nel resistere alle sportellate con il diretto marcatore e poi nel non fermarsi dopo il primo intervento di Plizzari prima di insaccare in rete. Rete certamente vitale per il momento sportivamente drammatico in cui è arrivata ma che può prolungare i suoi effetti positivi rilanciando in primis psicologicamente l’ex attaccante di Avellino e Venezia.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Tommaso Maggioni, leggero ed a tratti spaesato sull’out di destra. La gara di Pescara conferma come il ruolo di quinto di destra non sia pienamente nelle corde del 96, molto più a suo agio come classico esterno di una difesa a quattro o terzo di difesa, ruolo in cui Pochesci lo vede meglio. Il Pescara dal suo lato sfonda con troppa facilità, come conferma la marcatura fin troppo larga che Maggioni regala a Mora in occasione del primo gol abruzzese.
Medaglia d’argento: a Marco Caldore, apparso nella versione più opaca di sé. L’espulsione rimediata nella prima gara della gestione Pochesci contro il Crotone pare aver diviso in due la stagione dell’arcigno difensore, da allora mai del tutto brillante dopo il rientro in campo. Grave ed inusuale per lui lo svarione con cui si lascia scappare Lescano, libero poi di insaccare in rete. Resta in affanno anche nel prosieguo del match, tremando insieme al resto della retroguardia.
Medaglia di bronzo: ad Alessandro Vimercati, poco affamato come invece dovrebbe essere chi è a caccia di rivincita. Buono l’impegno del giovane difensore, però mai davvero “elettrico” nella voglia di primeggiare sugli avversari. Insieme a Maselli, dopo pochi secondi della ripresa, non chiude l’iniziativa solitaria di Merola, che supera lui ed il centrocampista prima di servire ancora Lescano. Gara non facile per tornare ad indossare la maglia da titolare ma occasione che poteva essere sfruttata meglio.