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Castellammare di Stabia

PERUGIA, QUALE ATTACCO TI ATTENDE? VISTA SULL’ ANTICIPO

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Con lo 0 a 0 di Carpi, il Perugia resta con i suoi tre attaccanti (Melchiorri, Murano, Bianchimano) a tre reti ciascuno.

A nostra precisa domanda in Conferenza, mister Caserta, ha ribadito la non casualità di 9 marcature così spalmate. Preferisce arrivare in doppia cifra non con un unico attaccante. Punta sulla coralità, e quindi sull'”assortimento” lì davanti. Perché con l’apporto di tutti, si può arrivare a dei risultati. Se ci si affida alla somma prolificità del classico bomber, si rischia invece di non far gruppo, di dividere in corpi estranei i ruoli, che viceversa fuori e dentro il campo, devono esser tutt’uno (inteso come interscambiabilità). Questo in sintesi sembra esser il Caserta pensiero in merito. Corroborato da esempi vissuti, e vissuti da lui in prima persona, come dal Perugia stesso. Forte, con i suoi 17 centri, nulla ha potuto a Castellammare. Gli umbri sono retrocessi nonostante il classico goleador, trascinatore fino ad un certo punto del campionato, che una volta “perso” per qualsiasi tipo di motivazione, inaridisce completamente la fase avanzata. Forse per questo, riavvolgendo il nastro delle Conferenze stesse, ad inizio di campionato, ancora a nostra rimarcata esplicita domanda, riscontrammo il suo gradimento a completarne non tanto qualitativamente quanto quantitativamente, il reparto. Si potrebbe obiettare che, per restare ovviamente al Grifo, in alcune passate “edizioni”, ad equilibrare la mancanza di un capocannoniere, possa esser stato un trequartista od un centrocampista alto, verificatosi nel caso ad esempio di Verre nel recente passato. Allo stesso tempo in C risulta difficile, anche per una squadra come il Perugia, che ha avuto a disposizione tra i budget più alti della categoria, piazzare alla fonte del gioco un player, che come Burrai alzi esponenzialmente la qualità dell’impostazione; e che sappia anche rifinire, poi, di ritorno sotto rete. Kouan, ora che rientra, potrebbe esser uno di questi, che inneschi, per poi farsi trovare pronto, alla chiusura sotto porta dell’azione avviata. Con chiara predilezione della dinamicità sul pensiero di gioco ragionato.

E

d allora, ecco balzare alla nostra mente, in proporzione, esempi da serie A. L’Inter dipendenza dal tandem Lukaku-Lautaro, con evidente propensione di Lukaku a rappresentare mezza Inter, sta “fruttando” ai nerazzurri l’attuale distacco dai capolisti cugini rossoneri di 5 punti in classifica. Su 19 segnature tra Campionato e Coppe, ben 12 sono della coppia doppia L (Lukaku-Lautaro). Ebbene la Società (che ormai dall’avvento di Conte è tornata a spendere per accontentare il suo timoniere), memore del trend in rapporto ai risultati delle passate stagioni, aveva tentato i ripari da questo punto di vista, inserendo Vidal piuttosto che Hakimi, richiamando Nainggolan così come Perisic, per redistribuire la zona-gol; sortendo l’effetto inverso di accentuare l’ormai consolidata tendenza. Non sono bastate mosse del genere per garantire l’effetto sperato.

Tornando a conclusione sul pianeta “C”, il Perugia può contare su un tandem offensivo sul 3-5-2 preso sapientemente a prestito da Caserta, incardinato sull’esperienza di Melchiorri faro, per il Murano o Bianchimano che gli stia attorno. Ma anche su interpreti a venire per un ritorno di fiamma al modulo “figliol prodigo” del 4-3-3, qualora come il calcio ci insegna, ciò che possa sembrare acquisito e sfruttabile duraturamente, venga “decodificato” in lunghi tempi futuri, così come in quelli di attuali gare da zero a zero; quali Minesso o Elia.

 

Carmine D’Argenio

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