Il Consiglio dei ministri prende atto di tre bozze sulla legge di autonomia rafforzata a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagnama non decide. Per i grillini “c’è il rischio di creare cittadini di serie A e serie B”. Salvini pretende un vertice con Di Maio e Conte.
Perplessità sull’autonomia rafforzata a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna
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C’è l’accordo tecnico sull’impianto dei trasferimenti di risorse aggiuntive a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Ma per quello politico le tessere del puzzle non sono ancora al loro posto: nel M5s c’è chi teme ci saranno “cittadini di serie A e di serie B” |
C’è l’accordo tecnico sull’impianto dei trasferimenti di risorse aggiuntive a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Ma per quello politico le tessere del puzzle non sono ancora al loro posto: nel M5s c’è chi teme ci saranno “cittadini di serie A e di serie B”
Al termine del Cdm Salvini, parlando coi cronisti all’uscita di Palazzo Chigi ha chiarito:Il Consiglio dei Ministri ha avviato il percorso delle intese con Veneto, Lombardia, ed Emilia Romagna, che dovrebbe portare ad attribuire a queste regioni l’autonomia rafforzata che richiedono.
“Sto valutando come coinvolgere il Parlamento, giustamente poi penso che settimana prossima ci sarà un confronto politico fra me, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, poi si offrirà alle regioni il frutto di questi mesi di lavoro.
L’autonomia entra nelle case di tutti e chi governa meglio spende meno. Nessuno ci perde una lira quindi non ci sarà nessun cittadino italiano che ci perde una lira. Chi gestisce meglio evidentemente risparmia e può utilizzare quei risparmi, però son contento di questi mesi di lavoro, è un passaggio storico: non c’è mai stato nella storia della Repubblica italiana un passaggio così importante. Non ci saranno cittadini di serie A e di serie B”.
Interviene anche il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, che ha presentato la sua relazione sulle bozze di intese con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, per ribadire ancora che:
“Non vi saranno penalizzazioni a carico di nessuna Regione proprio per il sistema con cui è stata costruita l’istruttoria.
Si tratta di un meccanismo in base al quale le competenze attribuite alle Regioni vengono gestite con risorse pari al costo storico, 100 metteva lo Stato 100 metterà la Regione, una clausola di invarianza.
Solo in seguito, – ha aggiunto –, si andrà “verso i fabbisogni standard” che portano “più efficienza nella spesa ma non lasciano nessuno a piedi”.
Alla fine, comunque, anche se è stato chiarito che nessuna delle regioni perderà un euro, il Movimento cinque stelle resta critico come anche critici sono i governatori del PD del Sud Italia e, nel merito, Maurizio Martina, candidato alla segreteria del Pd, ha dichiarato:
“Noi diciamo no a qualsiasi ipotesi di secessione mascherata. Un buon federalismo deve servire a unire i territori e a liberarne le responsabilità, e ciò che riceve il cittadino deve essere uguale e a un costo comparabile su tutto il territorio nazionale”.
“Il Parlamento, – ha aggiunto –, deve poter discutere bene i testi nel merito, senza fretta e senza scorciatoie”.
Altro nodo da sciogliere riguarda, come già espresso da Salvini, il coinvolgimento del Parlamento per cui il ministro Stefani si sofferma sul punto per chiarire bene che, una volta firmati i testi delle intese con le Regioni, questi “non saranno emendabili” dalle Camere:
“Ci sarà un confronto in Parlamento, prima della firma delle intese, non dopo”
perché dopo non è possibile, così come avviene per i Trattati internazionali, ha spiegato.
Anche, e proprio per questo, il punto diventa un tema che solleva più di una perplessità anche in casa M5s per cui, Riccardo Fraccaro, il ministro 5 stelle per i Rapporti con il Parlamento, ci ha tenuto a dire e far sapere, che le
“Camere saranno coinvolte in maniera adeguata nell’iter di approvazione, con i modi e i tempi che il Parlamento riterrà opportuno”.
In conclusione poi, il Consiglio dei Ministri ha anche approvato il disegno di legge delega per il miglioramento della pubblica amministrazione.
“Novità importanti”, dice il ministro Buongiorno, per introdurre il merito nella pubblica amministrazione, a partire da chi ha un ruolo essenziale come i dirigenti.
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