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Adnkronos) – Ore e ore di dirette tv sull’omicidio di Giulia Cecchettin e ora, dopo l’arresto del fidanzato Filippo Turetta i riflettori stanno scandagliando ogni particolare della sua vita. “L’attenzione degli italiani su questo caso è dovuta all’identificazione con due famiglie che potremmo definire ‘normali’ della nostra società, ci potremmo domandare perché fino ad oggi con altri femminicidi non c’è stata questa attenzione così morbosa?La risposta è proprio nel meccanismo di identificazione che è scattato fin dal primo giorno della loro scomparsa, alimentato da una narrazione ansiogena che saliva con il passare delle ore”.
Così all’Adnkronos Salute Massimo Cozza, psichiatra e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma 2. “Ogni femminicidio o atto di violenza è figlio di una storia ma non solo di quella persona ma del contesto e delle relazioni – ricorda Cozza -.Va esaminato caso per caso, se ci sarà una perizia psichiatrica, sarà poi compito della magistratura, che si avvale dei periti, andare a dare una risposta alle tante domande che tutti noi ci stiamo facendo.
Però è evidente che in questo momento, dopo l’arresto di Turetta, si cerca una etichetta che rassicuri le nostre menti e coscienze: ‘lui è diverso da me’.Subentra una meccanismo per cui tendiamo a sollevarci dicendo ‘ma quello è sicuramente matto o era malato’.
Invece la realtà, come in tutte le vicende multifattoriale, è complessa”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)