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Adnkronos) – “Ero ingenua, ma avevo immaginato che sarei stata io ad annunciare la morte di mio marito, Paul Auster”.Inizia così il post pubblicato da Siri Hustvedt, moglie dello scrittore americano deceduto a 77 anni. “È morto a casa, in una stanza che amava, la biblioteca, una stanza con libri su ogni parete dal pavimento al soffitto, ma anche con alte finestre che lasciavano entrare la luce – scrive ancora – È morto con noi, la sua famiglia, intorno a lui il 30 aprile 2024 alle 18:58”. “Qualche tempo dopo, ho scoperto che prima ancora che il suo corpo fosse portato via da casa nostra, la notizia della sua morte circolava sui media e i necrologi erano stati pubblicati – sottolinea – Né io, né nostra figlia Sophie, né nostro genero Spencer, né le mie sorelle, che Paul amava come se fossero sue sorelle e che hanno assistito alla sua morte, abbiamo avuto il tempo di elaborare la nostra grave perdita.
Nessuno di noi ha potuto chiamare o mandare un’e-mail alle persone a noi care prima che iniziassero le grida online.Siamo stati privati di questa dignità.
Non conosco la storia completa di quanto è accaduto, ma so questo: È sbagliato”. “Paul non ha mai lasciato Cancerland (il Paese del Cancro).Dopo il fallimento dei trattamenti, il suo oncologo gli propose una chemioterapia palliativa, ma lui rifiutò e chiese l’hospice a casa”, afferma ancora Siri Hustvedt che aggiunge: “Ne aveva avuto abbastanza.
Ma non mostrò mai, né con le parole né con i gesti, un segno di autocommiserazione.Il suo coraggio stoico e il suo umorismo fino alla fine della sua vita sono un esempio per me.
Ha detto più volte che gli sarebbe piaciuto morire raccontando una barzelletta.Gli ho detto che era improbabile, e lui ha sorriso”. “Mio marito non possedeva un computer.
Scriveva a mano e batteva i suoi manoscritti su una macchina da scrivere Olympia.Negli ultimi giorni della sua vita, scriveva lettere a nostro nipote Miles.
La sua minuscola calligrafia traballava a causa di un tremore causato dalle cure, ma ha scritto quelle lettere fino a quando non ha perso tutte le forze.La nostra assistente e cara amica Jen Dougherty ha decifrato i testi dopo che li avevo fotografati e li ha battuti a macchina per lui.
Voleva che fosse il suo ultimo libro.In un sussulto di determinazione, è riuscito a finire una lettera e a completare il suo testo, ma il manoscritto non è lungo.
Con quella lettera è finita la sua vita di scrittore”, conclude”. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)