È accaduto su una strada per Paternò, grosso centro agricolo della provincia di Catania. Ricompensa per chi aiuta nelle indagini.
Domenica scorsa due uomini e un minore hanno torturato e ucciso un cane di tre anni su una strada provinciale di Paternò, grosso centro agricolo della provincia di Catania. I tre lo hanno cosparso di gasolio e dato alle fiamme, per poi finirlo colpendolo con una grossa pietra mentre l’animale tentava di scappare. Il gruppo è stato messo in fuga, secondo quanto riferito da ‘La Stampa’ da un gruppo di giovani.
La notizia, rilanciata dai social, ha destato rabbia e indignazione al punto che un professionista di Paternò ha offerto una ricompensa a chi fornirà notizie sui responsabili.
Da giorni la Polizia municipale di Paternò cerca i tre presunti autori, due adulti e un ragazzino stando a quanto dichiarato da alcuni giovani che hanno assistito alla scena e che, dopo aver messo in fuga i tre, hanno chiamato i soccorsi.
“Un signore grande, uno più giovane, un bambino, hanno tirato una grossa pietra a un cane che fuggiva mentre era in fiamme – ha raccontato Massimo Anicito, presidente del gruppo animalista ‘Cani randagi intervenuto dopo la segnalazione – Il cane si era gettato in un ruscelletto e lì gli hanno gettato un grosso masso in testa». Era domenica pomeriggio 30 agosto, contrada Gianferrante. Soccorso e portato al pronto soccorso veterinario, è morto poco dopo. «Era ustionato, la mascella spaccata, un buco in testa”.
I vigili urbani hanno sentito i testimoni e visionato le immagini delle poche telecamere a circuito chiuso della zona, per tentare di individuare i tre. Il cane è stato portato all’Istituto zooprofilattico di Catania per essere esaminato.
“I vigili faranno di tutto per individuare i responsabili – ha assicurato il sindaco di Paternò, Antonino Naso – di questo gesto vigliacco e vile”.
Ci sarebbero anche dei sospetti ben precisi ma finora gli autori non sono stati trovati. Ancora giovedì, stavolta in una strada del paese, è stata trovata la carcassa di un altro cane bruciato ma in questo caso non è chiaro se sia stato dato alle fiamme ancora in vita o già morto.
L’opinione.
C
’è di tutta evidenza in giro sempre più persone adulte come fossero sociopatiche che, purtroppo, vengono emulate anche dagli inconsapevoli più piccoli e adolescenti, i quali a loro volta rischiano da grandi di essere altrettanto simili. Sarebbe ora di rivedere la nostra anacronistica cultura italiana (e siciliana) di quando il sole girava intorno alla Terra, riconsiderando che in ogni individuo, il cui insieme di questi ultimi determina una collettività e quindi la cosiddetta ‘società’, c’è un organo unico che rappresenta la nostra totalità, il cervello, il quale se non adeguatamente informato, formato, istruito e civilizzato sin dai primi anni, può finire con il non fare la differenza, ad esempio, tra gattonare e camminare eretti, tra un cavernicolo e una persona civile, oppure tra la legalità e la corruzione, tra la socialità e la misantropia, tra uno subdolo politico rispetto ad una persona sensibile ai propri concittadini. E così via. Sarebbe pertanto ora di introdurre la figura dello psicologo di famiglia al pari del medico, come anche, con personale specializzato, lo studio formalizzato della psicologia nella scuola dell’obbligo, per cercare sin da ragazzi di potere comprendere meglio mentalmente chi siamo.
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