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Partecipa al concorso con la protesi: insulti sui social per la candidata Miss Italia

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Ieri è andata in scena l’ennesima brutta pagina sui social dove ormai le persone si sentono completamente deresponsabilizzate da ciò che dicono: una delle ragazze che hanno ottenuto l’accesso alle finali di Miss Italia è stata presa di mira da diversi utenti sui social che l’hanno duramente attaccata ed insultata poichè ha una protesi al posto della gamba sinistra, amputata dopo un grave incidente stradale nel 2013.
«Fai schifo, vattene a casa e non fare pena agli italiani che ti votano perché sei storpia». E’ stato il leit motiv degli insulti che si sono susseguiti sulle pagine social di Chiara Bordi, la diciottenne di Tarquinia che gareggerà a Miss Italia. Chiara è la prima a calcare la passerella dello storico concorso di bellezza con una protesi. Ma qualcuno non ha gradito il suo coraggio e non si è dispensato dal scriverlo su Facebook senza mezzi termini, sotto il post di una parente della ragazza che invitava a votare per lei: “Tra un po’ pure i maiali o i cani a Miss Italia… che pena. Che schifo».
La diciottenne tarquiniese però non si è scomposta. Difficile, del resto, scoraggiare una ragazza che non si è lasciata abbattere neppure dopo quell’incidente in motorino che le ha cambiato per sempre la vita. «A me il commento della “signora” scivola completamente addosso» ha replicato Chiara, sempre via social. «Mi dispiace per lei perché a me mancherà pure un piede ma a lei manca cervello e cuore e quelle sono le uniche due vere qualità che, secondo me, contano». Un lungo messaggio che spiega anche con quale spirito la studentessa disabile ha deciso di partecipare a Miss Italia: «Mi dispiace il fatto che le sia arrivato come messaggio il “votatemi perché sono storpia” e non il “guardatemi, mi manca un piede ma non ho paura di mostrarmi al mondo”».
«A me della vittoria non interessa niente – ha scritto ancora Chiara – tantomeno di fare pena. Sto facendo tutto questo per mostrare alle persone ottuse (appunto) che una ragazza senza un arto può gareggiare al pari di tutte. Che la diversità non è vincolante, che la vita non si interrompe mai ed è sempre bella, anche quando sembra che ce l’abbia con te. Che da un dramma si rinasce e si cresce più forti di prima, tutto sta nel saper reagire».

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