Di Maio ha usato parole forti e chiare contro i Sindacati: sarebbero partecipi nella disastrosa situazione economica in cui la nostra Nazione si trova.
Per il candidato Premier del M5S, lavoro e imprese avrebbero dovuto essere costantemente attenzionate, monitorate e guidate dai Sindacati di categoria, se cio’ non e’ avvenuto, non bisogna solo concentrare le colpe sui Governi che in questi ultimi decenni hanno indebolito e reso sterile la nostra economia.
Queste frasi sicuramente saranno strumentalizzate, si parlera’ di parole dittatoriali, di attacco alla Democrazia, di concetti inaccettabili. Viviamo in un’epoca in cui si attacca tutti e tutti, si da dell’incapace a questo e a quel partito, spesso si usano termini molto piu’ forti e spesso tanto offensivi nei confronti di tanti rappresentanti dei Governi presenti e passati d’Italia.
Ora non si capisce perche’, se i Sindacati con una frase un po’ forte vengono portati in causa, si alza un coro di fischi, di proteste e una levata di scudi.
Di Maio nel suo discorso ha parlato di collegare il lavoro ai cambiamenti di opportunita’ e non di “rendita”, per incrementare i diritti dei lavoratori. Pertanto, una riforma dei Sindacati da parte dei M5S, qualora andassero al Governo, sarebbe giustificata, alla luce della situazione reale del Paese.
Per milioni di nostri concittadini, che ancora continuano a dibattersi in questa crisi solo per tentare di sopravvivere, le parole di Di Maio saranno interpretate come sprone, l’Italia “deve” cambiare anche nei fatti.
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