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Castellammare di Stabia

Papa Francesco ci ha lasciato

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Papa Francesco si è spento serenamente, lunedì mattina 21 aprile, alle 7.35 nel suo alloggio di Casa Santa Marta

“Si è consumato fino in fondo per la Chiesa, per i fratelli, per l’umanità.Il suo cuore ha cessato di battere, ma la sua eco rimarrà per sempre nelle menti delle donne e degli uomini del nostro tempo, di coloro che hanno avuto la sorte di ascoltare le sue parole, di vedere i suoi gesti profetici, di seguire il suo Magistero.Fino alla fine ha continuato a servire la Chiesa, non ha mai voluto prendersi del tempo per sé, perché i bisogni ecclesiali erano per lui una priorità.Come ha sempre chiesto agli altri di opporsi alla mentalità dello scarto e di non discriminare nessuno, così non si è mai risparmiato per annunciare al mondo la misericordia di Dio.Ne ha fatto un paradigma del suo pontificato”.Questo il comunicato ufficiale rilasciato dagli ambienti vaticani.Noi siamo sgomenti e cerchiamo di riflettere e ragionare, su questi 12 anni di un insolito pontificato, vissuto all’insegna della semplicità, solenne e disarmante.Un Papa che sin dall’inizio si rifiuta di occupare l’appartamento pontificio del terzo piano del Palazzo Apostolico, di piazza San Pietro, non si era mai visto.

Mettendo subito in risalto la scelta etica di vivere in sobrietà, mentre nelle stesse settimane di quel 2013 divampavano le polemiche riguardanti un cardinale ex Segretario di Stato, che stava esborsando spese esorbitanti per ristrutturare un attico di appena 400 metri quadrati, da adibire a propria privata abitazione da pensionato.Nientemeno.Un Papa che fa il suo prima viaggio fuori dal Vaticano per recarsi, quasi in pellegrinaggio, a Lampedusa a rendere omaggio alle migliaia di sventurati che trovano la morte in questo braccio di mare, ormai diventato un immenso, un doloroso cimitero di innocenti, tra l’indifferenza generale.Anzi tra lo sbraitare della politica nostrana e della retorica che spacciano la crudeltà, per difesa dei sacri confini.E lui, a Lampedusa ci andò solo, senza codazzo di politici, che volentieri avrebbero fatto passerella insieme al papa.Si ispirava alla semplicità, papa Bergoglio.Ma non era un ingenuo.Era un gesuita.

E tanto basta.Ma da gesuita ha continuato a parlare e ad ispirarsi alla misericordia.Si è rivolto sia agli esclusi della società perbenista (omosessuali, divorziati), sia agli “scarti”, come egli li chiamava, quelli che la società opulenta respinge e condanna alla miseria all’indigenza.Il suo sguardo abbracciava un orizzonte davvero ecumenico, egli aveva occhi e cuore per le periferie sociali ma anche per le periferie del mondo.E ha sempre predicato ed esortato per una chiesa “in uscita”, che vada ad incontrare chi si trova in difficoltà, materiali, fisiche e spirituali.Più di una volta ha affermato che il messaggio cristiano si concretizza – fondamentalmente – nel Discorso della Montagna, che proclama le Beatitudini nel Vangelo di Matteo [Mt. 5,1-12] e alla descrizione del giorno del Giudizio Universale, descritto ancora da Matteo [Mat  25, 31-45].Sono i brani evangelici che focalizzano il nostro rapporto con Dio e col prossimo.

Ma sono molto scomodi, perché molto radicali: parlano di affamati, assetati, carcerati…E allora tanti cattolici benpensanti, si sono scandalizzati perché il Papa non parlava di spiritualità, ma di migranti e diseredati.Ed ecco l’accusa di pauperismo, di sinistrimo, comunismo.Ma, ovviamente, fatta in malafede.

Perché è più comodo essere cristiani partecipando alle funzioni piuttosto che darsi da fare per le disgrazie degli ultimi della Terra.

“Dove c’è Vangelo c’è rivoluzione.Il Vangelo non ci lascia quieti, ci spinge perché è rivoluzionario”, ripeteva il papa.  E la “rivoluzione del Vangelo” è che i Beati sono i poveri, i miti, i misericordiosi, le persone umili di cuore…Non si può essere buoni cristiani solamente andando in chiesa, ma comportandosi bene e facendo del bene al prossimo e chi ne ha bisogno.L’attenzione di Bergoglio non è stata solo verso gli indigenti, ma si è rivolta anche verso coloro che vivono il disagio social della diversità: gli omosessuali, i separati, i divorziati, i carcerati.  “Infatti, io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” disse Cristo, perché “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” [Mt. 9.9-13].  E il Cristo dice ai suoi discepoli: “Imparate che cosa vuol dire misericordia. Perché  io voglio misericordia e non sacrifici”.

Il Papa non ha fatto altro che seguire alla lettera le parole di Gesù.Ma molti lo hanno osteggiato perché non parlava loro di Dio…

Non c’è più sordo di chi non vuol sentire!Lui ha additato e tracciato la strada.

A chi resta, va il compito di continuare il cammino.Senza comodi fraintendimenti.

Carmelo TOSCANO

 

 

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