“Paolo Rossi era un ragazzo come noi…”. Il calcio italiano piange Pablito, eroe del Mundial ’82 in Spagna e decisivo con sei reti realizzate in quella competizione
Paolo Rossi era un ragazzo come noi… Il calcio italiano piange Pablito
“Paolo Rossi era un ragazzo come noi..” recita una famosissima canzone del cantautore Antonello Venditti. Mai frase fu più appropriata per descrivere la figura di Paolo Rossi, deceduto stanotte dopo una lunga battaglia col cancro. Rossi, fin dai tempi delle giovanili della Juventus, aveva un fisico gracile e molto lontano dagli stereotipi dei calciatori attuali. Un fisico gracile, smunto, che ha dovuto pagare anche dazio nel corso della carriera ad una serie di infortuni più o meno gravi per un calciatore come l’asportazione di tutti i menischi delle due ginocchia martoriate dai calci degli avversari.
Nonostante un fisico non eccelso, Rossi diventerà uno dei calciatori più importanti della storia non solo del calcio italiano ma anche a livello mondiale. Il suo istinto da rapinatore dell’area di rigore e la sua vena da grande bomber entreranno nelle case di tutti gli italiani nei due Mondiali, 1978 e 1982, soprattutto il secondo, in cui porterà la nazionale italiana sul tetto del mondo.
Paolo Rossi nasce a Prato il 23 settembre del 1956. Si forma nelle giovanili della Juventus ma la società bianconera inizialmente non crede affatto in lui e si trasferisce al Lanerossi Vicenza dove esplode fino a diventare capocannoniere del campionato di Serie A. Al Vicenza Rossi subisce la svolta della sua carriera diventando centravanti da ala destra che era in precedenza. E i frutti si vedono immediatamente al Mondiale di Argentina 1978 dove Paolo, a sorpresa, è uno dei grandi protagonisti.
Nel 1979 il grande rifiuto al passaggio al Napoli quando le due società, Vicenza e Napoli, erano praticamente d’accordo su tutto ma Pablito non se la sentiva, ancora molto giovane, a sopportare le pressioni che una grande piazza come Napoli avrebbe inevitabilmente comportato.
Nell’estate del 1979 il passaggio al Perugia. Anni difficili quelli per Paolo Rossi caratterizzati dalla squalifica per essere stato coinvolto nello scandalo calcio scommesse. Un peccato di ingenuità per Paolo Rossi che caratterizzerà in negativo la sua carriera ma dal quale si riscatterà alla grande sul campo.
Due anni dopo Rossi torna alla Juve e fa in tempo a giocare qualche gara prima di prepararsi al Mondiale in Spagna che lo consacrerà a livello Mondiale. Nella prima fase nel girone a quattro con Polonia, Camerun e Perù, Rossi risente molto dei due anni di inattività e sembra un fantasma in campo.
Ma poi nel secondo turno si scatena e diventa decisivo, scrivendo la storia della nazionale italiana in quel Mondiale. Tre gol al Brasile, poi una doppietta alla Polonia in semifinale e un’altra rete fondamentale da rapinatore dell’area di rigore contro la Germania, schiudono le porte alla conquista della terza Coppa del Mondo per la nazionale italiana, allenata da Enzo Bearzot.
Pablito si scatena in quel Mondiale entrando nelle case degli italiani e tenendo attaccati al video milioni e milioni di persone. Come il 2 luglio del 1982 alle 17:15 allo stadio Sarria di Barcellona. Avversario il Brasile di Zico e Socrates a cui basterebbe un punto per eliminare l’Italia e accedere in semifinale. Ma Rossi manda a casa i brasiliani con una tripletta storica narrata agli italiani dal compianto Nando Martellini, telecronista dell’epoca. Rossi gioca quella che lui stesso ha definito la “partita della vita” e si consacra come il calciatore più forte del Mondiale spagnolo. Ripetendosi poi con la Polonia in semifinale (doppietta) e la Germania in finale (primo gol).
Dopo il Mundial spagnolo, Juventus, Milan e Verona saranno le tre squadre in cui giocherà negli ultimi anni della sua sfolgorante e rapida carriera. Anche a causa dei tanti interventi alle ginocchia, Paolo Rossi lascerà il calcio a 30 anni, abbastanza presto per un calciatore, e si dedicherà alla carriera di commentatore televisivo.
Il calcio italiano piange probabilmente il suo elemento più decisivo, oltre che uno dei più forti da un punto vista squisitamente tecnico. Se infatti le vittorie ai Mondiali del 1934, del 1938 ed anche nel 2006, erano state l’espressione della forza di un collettivo, la vittoria del 1982 in Spagna, con le sei reti realizzate che gli valsero quell’anno anche il Pallone d’Oro, arriva principalmente grazie al Pablito nazionale.
Ancora oggi Paolo Rossi insieme a Roberto Baggio e Christian Vieri detiene il record italiano di marcature nei Mondiali a quota 9 gol, ed è stato il primo giocatore (eguagliato dal solo Ronaldo) ad aver vinto nello stesso anno il Mondiale, il titolo di capocannoniere di quest’ultima competizione e il Pallone d’Oro.
La sua scomparsa avvenuta stanotte lascia un vuoto incolmabile nel calcio italiano. Al pari di quanto avvenuto con la morte di Maradona lo scorso 25 novembre, anche in questo caso ci resterà il ricordo indelebile delle pagine di storia del calcio che Pablito ha scritto diventando una vera e propria icona del calcio degli anni ’80.
“Paolo Rossi era un ragazzo come noi…” che poi si è fatto campione per farci vivere emozioni che resteranno per sempre scolpite nella nostra mente. Ciao Pablito…… Gli appassionati di calcio di tutto il mondo sicuramente non ti dimenticheranno mai!!
a cura di Natale Giusti
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