È arrivata seconda a Miss Italia ma Paola Torrente conquista i titoli più della vincitrice. Segnando la rivincita della sua bellezza formosa da un metro e 80 centimetri, taglia 46.
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hiamatela curvy se volete, ma Paola Torrente è in realtà soltanto bella, «tanto» bella. Un metro e ottanta, taglia 46, quinta misura di seno, fianchi che ricordano quelli delle dive Anni 40. Arrivata seconda a miss Italia, vincitrice morale, per lei e per quell’esercito di ragazzine che fino ad oggi sono state ossessionate dalla moda, dalle sue taglie anoressiche, da canoni impossibili se si vuole non saltare un pasto. È così dal concorso di bellezza nazional popolare arriva una certezza: i canoni della bellezza stanno cambiando. Non è una assoluta novità, ma un lungo percorso che ha portato a un rigetto delle taglie anoressiche, donne le cui cosce misurano come un avambraccio. Un cambiamento fotografato anche da Peter Lindbergh, il grande fotografo considerato il padre delle super top model, che dal prossimo calendario Pirelli lancia un messaggio: bellezza naturale, senza canoni imposti dalle esigenze commerciali.
Dal palco di miss Italia la mamma della miss magra scalzata dalla curvy protesta: ci vuole una categoria apposta per le curvy. Come quando in Sudafrica i bianchi non si arrendevano alla condivisione degli autobus, o delle scuole. Perché fino ad oggi ha imperato la supremazia dei magri. E delle magre, soprattutto. A iniziare dalla scuola, passando per le boutique dove odiose commesse ti squadravano con occhio perfido per dirti: qui non c’è niente per lei. Qualche casa di moda aveva iniziato anche a non fare più le taglie 46.
E diciamolo senza ipocrisia: non era neanche tanto facile fare amicizia se non avevi le misure giuste come racconta nel saggio «La giungla di Park Avenue» l’antropologa Wesnesday Martin. La gerarchia tribale dell’Upper East Side di New York dove le donne si confrontano sull’estetica e le mamme vanno addirittura in estasi per la magrezza di un bambino e lo esaltano se ha le gambe lunghe. Il peso come conferma del proprio ruolo, di appartenenza a una certa classe.
Anche gli uomini si erano convinti che le donne dovevano essere eteree, capaci di entrare in una taglia 38-40. Mentre di notte sognavano Marilyn e le altre, donne vere, con tutte le forme giuste. Perché l’assurdo dei diktat che hanno imperato fino ad oggi è che non solo dovevi essere magrissima, ma dovevi anche avere le curve. Un controsenso a cui può porre rimedio solo il chirurgo plastico. Una ricerca dell’Università di Westminster conferma che per gli uomini, soprattutto quello stressati dalla carriera, le donne floride sono un antidoto allo stress.
Così piano piano è iniziata la resistenza, una rivoluzione silenziosa, complice la rete dove i ragazzi si confrontano e acquisiscono modelli, più che nella vita reale. E nel web da tempo si erano affermati esempi diversi dalle ragazzine «giunco». A iniziare dalle sorelle Kardashian, trash, sicuramente, ma anche portatrici sane di grasso. La cantante Adele. La stessa Laura Pausini. Quando Karl Lagerfeld disse che Adele aveva una voce divina «ma era un po’ troppo grassa» il web insorse. E la diretta interessata rispose: «Non ho mai voluto essere come le modelle che ci sono sulle riviste. Rappresento la maggioranza delle donne e ne sono molto orgogliosa».
Ecco la maggioranza delle donne. È questo il punto. Dalla oligarchia di poche si sta tornando a una sana democrazia. Sono tante le donne, stufe di dover essere madri, mogli, amanti, figlie, in carriera e anche filiformi. Non solo costrette a fare il triplo delle fatica di un uomo, ma anche a farlo con poche calorie in corpo. E adesso a liberarle dalle catene estetiche è arrivata anche miss Italia Paola Torrente, orgogliosa della sua taglia 46.
vivicentro.it/opinione
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