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Castellammare di Stabia

Pannelli sull’arenile per scoraggiare ad abbandonare i propri rifiuti

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L’amministrazione comunale posiziona di pannelli che informano dei tempi lunghi di degradazione di alcuni rifiuti. Una campagna di sensibilizzazione forse poco efficace

Pannelli sull’arenile per scoraggiare ad abbandonare i propri rifiuti

C

astellammare di Stabia – Certo è, che chi ha pensato, proposto e realizzato quei pannelli recentemente piantati sull’arenile che costeggia la villa comunale per sensibilizzare i cittadini a non disseminare i propri rifiuti, non vincerà alcun premio e quasi sicuramente nemmeno segnalazioni, se non per la buona intenzione.

Da alcuni giorni, propri dirimpetto ai sedili dell’arena, in villa e per un tratto andando verso il Miramare, ma non sino alla fine, sono stati posizionati pannelli su paletti in metallo che invitano i cittadini a “Il rifiuto è tuo! – Non lasciarlo ad altri!”.

Tutti uguali, lo stesso messaggio e messi a intervalli costanti e distanti dal normale piano di calpestio tanto da non permettere un’agevole lettura, visto anche la dimensione dei caratteri.
Otto informazioni che potrebbero anche risultare utili, ma che restano informazioni e che probabilmente saranno poco incisive a dissuadere i cittadini a un rispetto per l’ambiente, per il territorio, per i tanti che frequentano la villa, per i turisti che cominciano ad essere sempre più numerosi, per se stessi.

Otto messaggi che indicano “Sacchetti di plastica 100 – 1000 anni” – “Bottiglie di vetro fino a 400 anni” – “Lattine 20 – 100 anni” – “Sigarette 1 anno”, “Pannolino fino a 500 anni” – “Rivista 4 – 12 mesi” – “Torsolo di mela da 15 giorni a 3 mesi” – “Piatti e bicchieri di plastica 100 – 1000 anni”.

Chiaramente quei tempi si riferiscono al fatto che non si tratta di rifiuti difficilmente biodegradabili e dunque impiegano i tempi indicati a decomporsi.

Messaggio per la verità riportato nella parte inferiore del pannello con caratteri sempre pochi evidente “Se abbandoni in natura, possono avere tempi di degradazione molto lunghi!”.
Sempre nella parte inferiore un ulteriore messaggio, che sembra quasi secondario “Ricorda di buttare sempre i rifiuti negli appositi contenitori”.

Probabilmente solo un caso, o forse no, ma il giorno in cui sono state scattate queste foto, sabato pomeriggio, tutti i contenitori erano stracolmi di rifiuti e, al netto che i poveri cestini avevano da affrontare una domenica senza poter soddisfare il senso civico di coloro che lo utilizzano sempre, il loro non essere “disponibili” non ci sembra potesse invogliare qualche cittadino irresponsabile a compiere un civile dovere “folgorato” dal messaggio appena letto.

Le campagne di sensibilizzazione, sono importanti ma, come qualcuno afferma, devono colpire e far riflettere immediatamente e comunque se non supportate da controlli ufficiali e denunce sociali collettive, scarsi sono i risultati che si possono ottenere.

I frammenti dei rifiuti finiti in mare, vengono ingeriti dai pesci e finiscono nella nostra catena alimentare; i rifiuti abbandonati in quello spazio “alimentano” il già grave problema della presenza dei topi; in quello spazio giocano i bambini che inconsciamente toccano il pavimento, la terra e la sabbia; la città sporca è brutta per chi ci vive e si presenta brutta per i turisti che ricominciano a riapprezzarla; se ami la città e ami te stesso….

Tanti potrebbero essere i messaggi attraverso i quali si potrebbe provare a scoraggiare chi non conferisce i propri rifiuti, stando per strada, negli appositi contenitori auspicabilmente capaci di contenerli. Le campagne pubblicitarie costano ma se si decide di farle, vanno affidate a professionisti.

Restano comunque sempre messaggi, relativamente importanti ma regole e controllo del rispetto delle regole, precise e circostanziate e soprattutto costanti e non sporadiche, pensiamo siano il percorso che potrebbe condurre verso una maggiore igiene della città.

I costi di quei pannelli, così come si leggono, sono stati a carico dell’Amministrazione comunale, forse si sarebbe potuto pensare altro e meglio.

Giovanni Mura

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