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Castellammare di Stabia

Palermo, bimbo nato morto: procura apre inchiesta, disposta autopsia

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Adnkronos) –
Era già tutto pronto per l’arrivo del piccolo.La cameretta, tutta azzurra, i vestitini.

La mamma, F.T., 31 anni, aveva preparato tutto, fin nei minimi particolari, per dare il benvenuto al primo figlio.

Tanto atteso, tanto voluto.Poi, la tragedia.

E il sogno si è tramutato in un incubo.Il piccolo è nato morto alla 38esima settimana, all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo.

La mamma e il papà, ma anche i nonni parlano di “malasanità” e accusano, in particolare, l’ostetrica che la sera del 5 novembre era di turno. “Il bambino stava bene e poteva nascere vivo, se solo non avessero aspettato tanto per fare il tracciato”, ripete la nonna del piccolo, che non fa che piangere da quella maledetta sera.I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri che hanno trasmesso il fascicolo alla Procura di Palermo che ha aperto una inchiesta, al momento senza indagati.

Il corpicino del piccolo è stato sequestrato dall’autorità giudiziaria ed è a disposizione del magistrato di turno.Il pm titolare del fascicolo, Ludovica D’Alessio, ha nominato un consulente tecnico per analizzare la cartella clinica e oggi, come apprende l’Adnkronos, ha disposto l’esame autoptico sul corpicino. 
Ma cosa è successo quella sera del 5 novembre?

Tutto si consuma in pochi minuti, ma per capire gli eventi bisogna riavvolgere il nastro di alcuni giorni.Alle 12 del 2 novembre, A.U., di 33 anni, accompagna la fidanzata F.

all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, perché “quel giorno -dice – era previsto un controllo già fissato da tempo”.Lì la giovane è stata visitata da un medico che “a seguito della misurazione della pressione sanguigna- dice A.

nella denuncia – ha ritenuto opportuno rimandarla al Pronto soccorso per effettuare ulteriori accertamenti” e da lì poi è stata ricoverata in ospedale.La dottoressa “aveva riscontrato la pressione minima più alta dei parametri”.

La sera, “data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo lei alla 38esima settimana” i sanitari hanno deciso “di indurre il parto mediante l’utilizzo di un cosiddetto palloncino”.  Il giorno successivo, però, alle sette di mattina del 3 novembre, i medici hanno tolto il palloncino perché “non era avvenuta alcuna dilatazione” e le hanno somministrato, come racconta ancora il padre, “una pastiglia che le doveva essere somministrata ogni due ore”.Il 4 novembre, durante un tracciato, la partoriente “ha rotto le membrane”.

E’ stata monitorata per tutta la giornata e i medici continuavano a somministrarle la pillola ‘Angusta’ ogni due ore.Il 5 novembre, alle ore 19, un nuovo tracciato e un’altra pillola. “Il tracciato era del tutto regolare – dice il padre del piccolo -alle 21 F. è stata invitata dall’ostetrica smontante di presentarsi nella sala travaglio al fine di effettuare un nuovo tracciato unitamente alla somministrazione della pastiglia”.

E l’ostetrica, secondo quanto si legge nella denuncia ai carabinieri, “le riferiva testualmente ‘Lei non ha la faccia da travaglio… è da 35 anni che faccio l’ostetrica”, somministrandole un’altra pastiglia Angusta “senza effettuare il tracciato”.Dopo circa un’ora F.

T. è tornata dall’ostetrica “riferendole di avere perdite ematiche, pertanto necessitava di un controllo”.Ma il controllo non è stato eseguito, come spiega A.

U., “in quanto sempre a dire dell’ostetrica ‘quello non è sangue da travaglio’.Dunque Fidia è tornata in camera”.  “Da questo momento in poi non so cosa sia successo – dice il padre del piccolo – posso solo riferire che alle 23.30 circa, la donna è stata sottoposta a un taglio cesareo d’emergenza e il piccolo è nato morto.

So che hanno anche provato a rianimarlo, altro non so”.Una gravidanza normale, anzi felice, quella di F.

come spiega anche la madre, A.F., titolare, con il marito di un noto centro di bellezza. “L’unico problema è stato che è ha contratto il citomegalovirus, ma che comunque è stato preso per tempo e la terapia antivirale aveva avito un buon successo”, dice il padre del bimbo nella denuncia. Adesso si attende l’esito dell’autopsia. “Noi vogliamo solo giustizia – dice la nonna – aspettavamo con gioia il nostro piccolo.

Invece in pochi giorni è finito tutto e ora mia figlia è disperata.E’ un dolore immenso quello che stiamo provando, e abbiamo fatto la denuncia perché vogliamo che i magistrati facciano luce su quello che è accaduto”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)


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