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Otto finali per raggiungere lo scudetto

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tto partite in 43 giorni, che scriveranno la parola fine al campionato più combattuto e appassionante degli ultimi anni. Non succedeva da un po’, in serie A, che all’inizio della primavera la lotta per lo scudetto fosse ancora così aperta: in un lustro che finora era stato invece dominato in un lungo e largo dalla Juventus. I campioni d’Italia rimangono sempre lassù, in pole position e favoriti per la vittoria finale: ma stavolta senza la certezza di avere in pugno il quinto titolo tricolore consecutivo. Tutto merito del Napoli, che si è ostinatamente aggrappato alla scia dei bianconeri con coraggio, abilità e perfino qualche rimpianto: per lo sfortunato sorpasso subito nello scontro diretto dello scorso 13 febbraio, a Torino. Nemmeno quel colpo da ko, peraltro, è bastato per demoralizzare gli azzurri e spingerli a gettare la spugna. Con 24 punti in palio e appena tre lunghezze di ritardo dalla vetta della classifica, infatti, la squadra di Sarri ha il diritto e dovere di continuare a sognare, in un testa a testa ad altissima quota che promette ulteriori sorprese ed emozioni.
Tutto si deciderà in meno di un mese e mezzo, da affrontare senza un attimo di respiro dopo l’indecifrabile sosta di Pasqua: assai complicata da gestire per entrambe le pretendenti al titolo, in una fase cosi delicata della stagione. Il Napoli si è rimesso ieri pomeriggio al lavoro al centro sportivo di Castel Volturno, con un occhio agli impegni delle Nazionali (12 gli azzurri in giro per il mondo) e l’altro al calendario. Sarri ha a sua disposizione solo quattro titolari (Reina, Albiol, Allan e Callejon) e può solo sperare che i suoi big ritornino alla base al più presto possibile e in buone condizioni. È slittato pure il rientro di Dries Mertens, dopo l’inversione di campo che ha evitato in extremis l’annullamento della amichevole tra Portogallo e Belgio. Jorginho e Insigne dovrebbero invece partire dalla panchina nella sfida di stasera tra Italia e Spagna. E domani notte tocca a Gonzalo Higuain, ospite con la sua Argentina in casa del Cile.
Per il Pipita sarà anche una prova generale, in vista delle prossime trasferte che attendono il Napoli: costretto d’ora in poi a giocarsi soprattutto lontano dal San Paolo le sue chance tricolori. Osservando il calendario, infatti, è legittimo pensare che il futuro degli azzurri in campionato si deciderà principalmente in tre partite fuori casa: a Udine, a Milano contro l’Inter e all’Olimpico contro la Roma. Le date fatidiche sono quelle del 3, 16 e 25 aprile: il trittico di impegni con il coefficiente di difficoltà più alto, tra gli ultimi 8 esami che dovrà affrontare la squadra di Sarri. Le altre cinque gare sono invece più agevoli, almeno sulla carta: sia il viaggio nella penultima giornata (e a giochi probabilmente quasi fatti) sul campo del Torino, sia le sfide a Fuorigrotta contro Verona (ieri è scattata la prevendita), Bologna, Atalanta e Frosinone, in cui sarà praticamente obbligatorio fare bottino pieno.
Ma Sarri non ama fare calcoli e ha già ordinato ai suoi giocatori di concentrarsi su una partita alla volta. Una raccomandazione doppiamente giustificata, alla luce delle difficoltà che aspettano il Napoli alla ripresa del campionato. Il “Friuli” (che si chiama “Dacia Arena”, dopo i lavori di ristrutturazione) è di per sé un campo tabù, dove gli azzurri non vincono dal 2007. Poi ci sono i problemi dell’Udinese, che è in cattive acque, ha bisogno di punti per raggiungere la salvezza e ha da poco cambiato allenatore, chiamando al suo capezzale Gino De Canio (un ex, tra l’altro). Infine ci sono le incognite legate alla sosta e all’orario del fischio d’inizio, fissato per le 12.30. Abbondano dunque i motivi per catalogare la sfida del 3 aprile come una delle più insidiose, sul percorso di Higuain e compagni. Solo un gradino più in basso rispetto ai successivi viaggi a Milano e Roma. Il sogno scudetto, calendario alla mano, passerà soprattutto per queste tre trasferte. È tempo di allacciare le cinture.

La Repubblica


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