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Castellammare di Stabia

Organizziamo il bene! È l’ora! Il male si è già preso un bel vantaggio

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Organizziamo il Bene. Si avvicina l’epoca delle commemorazioni di stato, proprio quelle che dovrebbero seriamente farci domandare in che Stato siamo ridotti, proprio ora che quelle leggi, scritte col sangue di tutte le nostre vittime innocenti e i nostri eroi di Stato, dovrebbero essere cancellate o riviste per tutelare i diritti umani di mostri sanguinari, imbottiti di soldi, avvocati e amici altolocati… Da qui l’invito: Organizziamo il bene! È ora, perché il male si è già preso un bel vantaggio.

I

media però già ci informano che erano leggi pensate per l’emergenza, per tempi di guerra, mentre adesso è tutto sotto controllo…

Si, può essere… ma forse si riferiscono a quello della ‘Ndrangheta, che avendo preso il sopravvento su Cosa Nostra e Camorra, ormai consociate negli affari più importanti, avrà i suoi uomini nei punti chiave, tipo nell’Antimafia stessa, modello Montante ed imbattersi nell’ufficio sbagliato, nell’appalto sbagliato, nel concorso sbagliato… sarà sempre più facile e sdoganato.

Specialmente se la stampa e le televisioni non ti parlano mai dei quotidiani arresti per mafia fra le fila dei politici , se ti descrivono il voto di scambio come un segno di pace e nessuno nota tutti quegli inquisiti e condannati che siedono fra “i Migliori”, anzi, te li propongono alla guida dello Stato…è li che dovrebbe sorgere spontanea la fatidica domanda, circa il nostro stato generale.

Ma a noi però, mica a loro…

Noi, che ci lasciamo cullare da comode ragnatele di menzogne, che come amache accoglienti, ci vengono offerte da tutti quegli organi di stampa e tv, asserviti al nuovo potere unico… così che si possa riposare tranquilli, guardando inebetiti, la solita trasmissione spazzatura che ci spiega come non stanno le cose, mentre prendiamo sonno, indifferenti…

Da un lato abbiamo la notizia appena uscita, non si sa come, che il boss Nicolino Grande Aracri, abbia deciso di diventare collaboratore.

A parte la rarissima soddisfazione di pensare a tutti quei potenti deviati che se la stanno facendo addosso, ci restano solo inquietanti riflessioni…
La prima riguarda il solito mistero della diffusione di notizie riservate, non si sa mai ad opera di chi, la seconda è incoraggiante perché se Nicolino decidesse veramente di collaborare con l’altro Nicola, niente affatto fesso, sarebbe un vero miracolo, visto che anche lui non ha niente da guadagnare nel farlo ma solo da perdere, tanto più adesso che vengono praticamente equiparati i diritti dei boss in carica con quelli che al contrario, decidono di credere alla nostra giustizia e non più alla loro.

Voci non del tutto ufficialmente confermate ma molto accreditate, sembrano riportare che i suoi parenti, a scanso equivoci, abbiano già dichiarato di non voler essere inseriti in quel magnifico programma di protezione offerto dallo stato. Si porterebbe persino pensare, che potendo disporre di solidi mezzi economici, in ogni caso e comunque vada, ritengano di potersi proteggere molto meglio da soli e questo potrebbe indurre altre riflettessoni, volendo.

Non tutti però possono contare su tali solide basi economiche e negli stessi giorni, dai social ci arrivano ben altre voci disperate ma totalmente prive di eco.

Guardando stampa e tv straniere, scopriamo che i nostri Collaboratori, quegli uomini davvero ravveduti, che continuano a fornire testimonianze per lo Stato, persino a proprie spese, vengono totalmente abbandonati a se stessi e solo nel resto d’Europa, se ne sta parlando.

Gli altri familiari di Bruzzese, quelli sopravvissuti, per lo più donne e bambini, sono sempre ad implorare nuove identità e sicurezza, visto che dall’ultimo omicidio, nulla è cambiato.

Ma c’è anche Luigi Bonaventura che lancia appelli di aiuto per la sua famiglia.

Per quella moglie che lo convinse a collaborare, che lo spinse ad assumersi le sue responsabilità e non si accontentò di andare a vivere ai caraibi, quando scopri’ che il denaro che suo marito le portava a casa era sporco di sangue.

Per quei figli che hanno vissuto una vita priva di diritti, fosse anche solo quello di poter avere degli amici o il diritto allo studio e ad un barlume di speranza.

Il Bonaventura fa anche sapere che i suoi cognati hanno problemi di salute, persone totalmente innocenti ed estranee alla mafia che stanno pagando cara la sua decisione di collaborare.

Uno è stato investito e si trova in ospedale ma dato che sono intervenute le forze dell’Ordine nell’incidente, ora rischiano nuovamente tutti, un nuovo cambio di località, per motivi di sicurezza che in realtà dipendono sempre da quel cambio di generalità che lo Stato non gli fornisce.

Il Bonaventura stesso, collabora da 15 anni ma è stato messo fuori dal programma di protezione ormai da 6.

Ha testimoniato continuamente in questi anni, anche nel maxi processo, pochi giorni fa ma dichiara che lo Stato non gli paga più nemmeno l’avvocato… Vi rendete conto? Lui comunque sia, protetto o meno, va a testimoniare nell’interesse dello Stato, non per se stesso.

Potrete trovare dei bei servizi giornalistici, stranieri ovviamente ma sottotilotati, su di lui ed anche sul maxi processo in corso a Lamezia, quello di cui si parla in tutto il mondo, ma non qui.

Andate a dare un’occhiata alla pagina Facebook del Gruppo di Testimoni di legalità e Antimafia sociale, “Uniti con Luigi Bonaventura, contro la ‘ndrangheta”. Magari iscrivetevi e dai post che vi colpiranno di più, scoprirete
l’esistenza di tanti altri gruppi, dove si trovano persone alle quali, come a voi, tutto questo fa schifo, persone che non hanno ancora perso la speranza e che hanno deciso di reagire, combattendo davvero, con la propria pelle, per la ricerca di un po’ di giustizia.

Come scrive sempre Luigi Bonaventura dai suoi post: Organizziamo il bene… è ora, perché il male si è preso un bel vantaggio…

Grazie a coloro che aderiranno e a tutti diciamo che domani, sempre per le ore 07:00, vi attende l’ultimo pezzo di questa pesentazione, sui Collaboratori di Giustizia in particolare e sulla nostra situazione, in generale…

Francesca Capretta /  Redazione

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