Napoli – Il Movimento Ordinatamente esprime piena solidarietà e vicinanza ai colleghi del 118 oggetto di tagli e trattenute in busta paga.
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rande dolore per i morti di Covid in tutto il mondo, quelli della prima ondata in cui nulla o quasi si sapeva, deceduti in tutta solitudine per ignoranza vera nel senso di “ignorare” o per incuria di dilettanti allo sbaraglio e quelli attuali che, nonostante le cure, non hanno la fortuna di farcela! E grande dolore per tutti quei pazienti di mille altre patologie, costretti ad attese infinite per l’arrivo di ambulanze occupate sulle chiamate Covid o presunte tali, o costretti a morire per mancato soccorso e per ritardi diagnostici e terapeutici.
In un periodo in cui si teme per questa possibile terza ondata, si parla di tagliare i fondi per il 118.
La preoccupazione del Movimento Ordinatamente ci è stata espressa attraverso un comunicato stampa che pubblichiamo per voi lettori:
“A seguito di un confronto con i diretti interessati, come Movimento Ordinatamente – abbiamo deciso di portare la questione nelle sedi opportune. La scelta di tagliare “l’indennità di rischio”, giustamente riconosciuta ai colleghi dell’emergenza territoriale nel 2000 dalla regione, è una decisione tanto assurda quanto scellerata, che rischia di far saltare del tutto il servizio 118 in Campania a causa dell’abbandono dei colleghi, che già lavorano in organico inferiore al minimo necessario.
Tale indennità – spiegano i medici del Movimento Ordinatamente – non è mai stata messa a contratto, così come era da accordi, a causa della solita non curanza tra tutte le parti coinvolte, comprese le sigle sindacali che oggi fanno finta di urlare e interessarsene, ma che negli ultimi 20 anni erano sedute ai tavoli istituzionali e conoscevano perfettamente la questione, senza però mai interessarsene veramente.
Il rischio di far saltare il sevizio – fanno notare da Ordinatamente– è troppo alto, oltre che mortificante per i colleghi del 118 (ai quali è addirittura chiesto di restituire di propria tasca i compensi ricevuti), bisogna affrontare la questione legalmente e nelle sedi opportune. Il nostro auspicio è che chi ha taciuto per tanti anni ora si unisca e faccia fronte comune”.