Nel corso della nottata, i Carabinieri della Compagnia di Alatri, hanno eseguito, in riferimento all’omicidio di MORGANTI Emanuele, il fermo d’indiziato di delitto nei confronti di due persone.
Emanuele Morganti è morto a vent’anni per difendere la fidanzata. «Con Emanuele, dentro il locale, c’era la fidanzata e poco distante un albanese – scrive Nicoletta Fini sul quotidiano Ciociaria Editoriale Oggi. Avevano ordinato da bere. Il barista avrebbe messo sul bancone un cocktail. Quel bicchiere lo avrebbe preso subito Emanuele, pensando che fosse per lui, inconsapevole che gli sarebbe costato la vita. Quel gesto, infatti, ha scatenato l’ira dello straniero. All’interno del circolo la prima discussione, sfociata poi all’esterno con il drammatico epilogo», con il massacro del giovane a pugni, calci e sprangate operato da un branco, in una lotta impari. E, cosa ancora più grave, tra i suoi assassini – questa è la pista degli inquirenti – ci sarebbero anche i 4 buttafuori del club.
LEGGI ANCHE: Il dolore del fratello di Emanuele: ”Solo uno l’ha difeso …. è stata cattiveria gratuita”
L’ultimo aggiornamento è che, nel corso della nottata, i Carabinieri della Compagnia di Alatri, hanno eseguito alcuni fermi. Si tratta di Mario Castagnacci, ritenuto l’esecutore materiale del pestaggio, e Paolo Palmisani. I dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa, presieduta dal Procuratore Capo della Repubblica di Frosinone, che si terrà presso il Comando Provinciale alle ore 11.00 odierne.
Cronologia di una tragedia
- Venerdì 24 marzo, ore 23 – Emanuele e la fidanzata Ketty arrivano al Mirò Music Club in piazza Regina Margherita, nel centro storico di Alatri, in provincia di Frosinone.
- Sabato 25 marzo, ore 2 – Emanuele è al bancone del bar del locale quando un ragazzo albanese inizia a importunare la sua ragazza. Scoppia un diverbio. Gli addetti alla sicurezza portano Emanuele fuori dal locale.
- Il massacro: un gruppo di persone, tra cui anche i buttafuori, si accanisce contro Emanuele con calci e pugni. Il ragazzo è inerme, ma per il branco non è abbastanza: qualcuno prende una spranga di ferro (o una chiave inglese, secondo altre testimonianze) e lo colpisce più volte alla testa.
- Il ragazzo viene immediatamente trasportato prima all’ospedale San Benedetto di Alatri e poi trasferito d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma. Le condizioni sono gravissime: Emanuele presenta fratture cervicali, cranio sfondato ed emorragia cerebrale.
- Nel frattempo, la stessa notte, la polizia interroga in caserma una ventina di persone.
- Domenica 26 marzo, ore 15 – Emanuele lotta tra la vita e la morte. A nulla servono le operazioni cui è stato sottoposto: i genitori danno il consenso per l’espianto degli organi, il suo cuore smette di battere.
- Domenica 26 marzo, pomeriggio – Nove persone vengono interrogate dai carabinieri
- Lunedì 27 marzo, ore 9 – La notizia è ufficiale: sono nove le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Frosinone per la morte di Emanuele Morganti. Un gruppo misto composto da tre buttafuori italiani e uno albanese cinque giovani del posto. L’accusa per tutti è di omicidio volontario e concorso in omicidio.
- Il locale è sotto sequestro.
Lascia un commento