Passi avanti per l’omicidio del diciassettenne Genny Cesarano
I
n merito all’omicidio di Genny Cesarano, il ragazzo di 17 anni ucciso per errore il 6 settembre 2015, durante una stesa della camorra a Rione Sanità, potrebbe esserci una svolta decisiva.
Dalle prime ore di quel fatidico 6 settembre del 2015, il sole non ha ancora illuminato con i suoi raggi piazza Sanità, quando un commando entra in azione, spara all’impazzata e squarcia la quiete della notte. Genny Cesarano, che si trova all’esterno di un bar, cade a terra colpito da un solo proiettile – la polizia ritroverà 18 bossoli sul luogo dell’omicidio – e muore quasi sul colpo, vanificando il trasporto all’ospedale Vecchio Pellegrini.
Oggi, è attesa la sentenza per i quattro componenti del gruppo di fuoco del clan Lo Russo arrestati nel gennaio del 2017 perché riconosciuti proprio gli esecutori materiali di quella stesa che è costata la vita all’ennesima vittima innocente della camorra: Mariano Torre, 24enne che quella sera del 2015 era nel commando, alla vigilia della sentenza ha deciso di vuotare il sacco e raccontare tutto ai giudici.
Come riporta Il Mattino, il 24enne ex affiliato al clan dei cosiddetti “capitoni”, non solo ai magistrati ha confermato il coinvolgimento di tutti e 4 gli arrestati nella morte di Genny Cesarano, ma avrebbe rivelato anche altri nomi, che per ora non sono stati ancora rivelati, coinvolti nell’omicidio. L’inchiesta, così, potrebbe allargarsi e il processo potrebbe subire una netta e definitiva accelerata.
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