Olio su tela: l’immagine degli stabiesi a Reggio Emilia
S
tabiesi a Reggio Emilia. L’ultra a ritmare la gara: cappellino, occhiali, città sulla pelle, megafono e via. Un’unica voce per 80 minuti, poi silenzio: goal della Reggiana. Lo stadio crolla sotto i piedi del settore ospiti, mani sul volto, Vespe perse nel boato granata. Si riprende: “…E allora noi ti sosterremo ancor di più, e insieme a te torneremo a vincere”. Ritmo smozzato da un principio di pianto.
Ancora pochi minuti più cinque di recupero. “Se non vinciamo, che almeno soffrano fino alla fine”, dice qualcuno. Triplice fischio. Termina la gara, Reggiana-Juve Stabia: 1-1. La Juve Stabia è fuori, la Reggiana prosegue nei playoff.
Breve storia triste? No, un gran bel racconto scritto in una sola serata, con protagonisti sacrificio, fede e passione. Sacrificio: per affrontare un viaggio di 652,1 km. Fede: per crederci fino alla fine. Passione: per giustificare tutto il resto.
Nel settore ospiti del Mapei Stadium si sono riuniuti tutti gli stabiesi, anche quelli che vivono in altre zone d’Italia (Milano, Mantova, Bologna, Genova, ecc). Non è mancata la rappresentanza dei fratelli siracusani, né il sostegno degli amici tedeschi del Zwickau. Unione e condivisione di gioia con la rete di Simeri, di disincato con quella di Bastrini.
Olio su tela l’immagine che Castellammare ha offerto ai Reggiani. Lo spettacolo di una tifoseria compatta, pronta a spostarsi in massa anche durante la settimana.
Si é parlato di episodi spiacevoli da parte di entrambi gli schieramenti: bombe carta, insulti razziali, sputi e altro. Ma come spesso accade questo riguarda una minoranza, che non riesce a oscurare l’animo con cui tutti gli altri stabiesi hanno vissuto questa trasferta.
Castellammare non conosce sconforto: ci crede, lotta, può anche perdere, ma ci riproverà sempre.
Appuntamento alla prossima stagione, con ancora più fame.
A cura di Luisa Di Capua