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Olimpiadi Rio 2016. Il pagellone del nuoto: Pellegrini non giudicata. Detti e Dotto: a ognuno la sua delusione

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Il pagellone del nuoto italiano nella quarta giornata alle Olimpiadi di Rio 2016 (martedì 9 agosto): solo dolori, amarezze e delusioni in quello che doveva essere il Pellegrini day trasformato in Pellegrini night

GABRIELE DETTI 5: avrà voluto essere solidale con i compagni? Scherzi a parte Gabriele Detti stavolta non toglie le castagne dal fuoco alla staffetta. Quattro centesimi: tanto lo divide nella volata finale dall’olandese dal nome impronunciabile e ben poco olandese. Poco conta. La delusione per aver fallito la finale della 4×200, ampiamente alla portata dell’Italia, è cocente. Non è stato certo il miglior Detti visto quest’anno ed è un peccato perchè la condizione è buona, altrimenti non si sale sul podio olimpico.

ANDREA MITCHELL D’ARRIGO 6: prova in linea con quanto mostrato nella gara individuale. E’ il D’Arrigo che conosciamo, che imposta la gara di rincorsa ma non sembra avere la brillantezza per farlo fino in fondo. Porta a casa la sufficienza ma non basta per la sua prima finale olimpica. Dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa in più.

ALEX DI GIORGIO 6: combatte, sì. Ha il merito di non farsi travolgere da chi ha cartucce da sparare soltanto nelle prime due frazioni. Però serviva un crono più basso per riuscire a centrare l’obiettivo ed era alla sua portata.

MARCO BELOTTI 7: se la staffetta resta in corsa fino alla fine per un posto in finale lo deve soprattutto a lui. Reduce da un virus dimostra che ha superato il momento difficile e si rende protagonista di una ottima frazione che conduce l’Italia al secondo posto, che andava difeso con le unghie e con i denti. Un lampo nel buio.

FILIPPO MAGNINI 5: è lui. Quest’anno ha sempre gareggiato su questi standard e aspettarsi miracoli a Rio era utopistico. Non si capisce se abbia imboccato il viale del tramonto o ci sia stato qualche problema in preparazione. Sta di fatto che è proprio scarico, quasi spento e nemmeno nei suoi proverbiali ultimi venti metri riesce a fare la differenza.

STEFANIA PIROZZI 5: nulla di nuovo anche per lei. Stagione travagliata, problemi con Morini, lo sfogo di Londra, la qualificazione e adesso una prestazione al di sotto delle aspettative. La semifinale era alla portata e avrebbe salvato capra e cavoli. Così è proprio un’annata da dimenticare, con un’involuzione non indifferente che ha portato a questa situazione. Ci sarebbe bisogno per la 4×200…

FEDERICA PELLEGRINI N.G. (non giudicata) sarebbe troppo basso il voto e, francamente, non lo merita. Ha nuotato la stessa gara della semifinale, solo che le altre hanno cambiato marcia da subito e lei si è trovata fuori dai giochi. Incapace di variare strategia in corsa, di capire che non si poteva lasciare troppo spazio a una come McKeon, incapace di far valere la bravura a leggere i 200, definito da tutti “casa sua”, incapace di far valere la sua bravura a gareggiare “sull’uomo”. Troppo brutta per essere vera. Brutta come quegli incubi che popoleranno le notti di chi ha amato e ama Fede, quando sarà finita la sbornia delle notti olimpiche.

ALESSIA POLIERI 6.5: centra l’ennesimo obiettivo della stagione, volando in semifinale dei 200 farfalla, poi tira i remi in barca, con un atteggiamento troppo rinunciatario in finale. Resta comunque il fatto che mai prima aveva superato un turno ai Mondiali e questa semifinale è il punto di partenza verso la seconda parte della carriera, quella della consapevolezza di potersela giocare ad alti livelli come ha dimostrato quest’anno.

LUCA PIZZINI 6.5: voleva la semifinale e l’ha centrata strappandola al campione olimpico uscente Gyurta. Non una prestazione cronometrica impeccabile ma può comunque gioire. In semi non combatte come dovrebbe, ci prova nei primi 50, poi si defila e chiude settimo, lontano dal personale, come tutti i compagni di squadra. In tanto grigiume merita comunque la sufficienza.

LUCA DOTTO 4: in finale si entra con 48”23 ma Dotto, campione europeo in carica, resta fuori. Il film è sempre lo stesso. Stanchezza, scarsa brillantezza, incredulità. Dotto non si sottrae alle litanie. Forse passa troppo veloce ai 50, sta di fatto che bastavano 25 centesimi in più rispetto al record italiano di Riccione per andarsi a giocare una finale olimpica e se non si riesce ad ottenere un risultato del genere nell’anno migliore della carriera, quando si può riuscire? Occasione gettata al vento!

In Italia è la Rai che detiene i diritti in esclusiva per la trasmissione delle gare olimpiche: tre i canali che garantiranno una copertura completa degli eventi. 

Rai 2 come canale olimpico di riferimento, dedicato in particolare agli atleti azzurri.
Su Raisport 1 la diretta delle discipline individuali, come atletica, nuoto, tuffi, scherma, pugilato e ginnastica.
Raisport 2, invece, si concentrerà sugli sport di squadra come basket, volley, beach volley, calcio, pallanuoto e rugby.

L

a copertura quotidiana comincerà alle 14 ora italiana e terminerà intorno alle 5.30 del mattino successivo

vivicentro.it/sport/Olimpiadi Rio 2016   –  Stanislao Barretta/redazione sportiva / enrico.spada@oasport


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