a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Giochi_della_XXXII_Olimpiade" target="_blank" rel="noopener">Olimpiadi Tokyo 2020 4 Agosto – Al termine della dodicesima giornata, le pagelle azzurre: flop sport di squadra. Filippo Ganna tra i miti.
Rachele Bruni (nuoto di fondo), 4: fatica a tenere il passo indiavolato delle migliori nella 10 km e si stacca ben presto dal gruppo di testa. Mai in gara per le medaglia, vive la giornata più anonima ed amara della carriera.
Non ha confermato l’argento di Rio 2016, ma questa Olimpiade sta dimostrando che ripetersi è sempre più difficile, a maggior ragione in una circostanza in cui sono trascorsi ben 5 anni dall’edizione precedente.
Manfredi Rizza (canoa velocità), 8: è piaciuto molto in una batteria che ha dominato, qualificandosi per la semifinale del K1 200 metri con il quarto crono assoluto. E’ maturato un passettino alla volta, anno per anno.
Domani sarà la sua grande occasione, deve crederci.
Samuele Burgo-Luca Beccaro (canoa velocità), 6: dopo una prima batteria da dimenticare, sono costretti a transitare dai quarti di finale per accedere alla semifinale. Erano tre i pass a disposizione ed hanno concluso proprio terzi.
Le prestazioni odierne non hanno convinto. Ai Mondiali 2019 sembravano poter progredire a tal punto da giocarsi una medaglia alle Olimpiadi, ma tale obiettivo oggi appare distante.
Italia inseguimento a squadre (ciclismo su pista), 10 e lode: Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan realizzano una delle imprese più emozionanti dei Giochi, rimontando 8 decimi alla Danimarca nell’ultimo chilometro e superandola proprio sul traguardo con il nuovo record del mondo.
Difficile chiedere di più. E’ l’apoteosi di un gruppo che si è costruito giorno dopo giorno, che a Rio fu ripescato e che ora si è preso la medaglia più ambita.
Filippo Ganna, già 4 ori ai Mondiali nell’inseguimento individuale e campione iridato in carica nella cronometro su strada, entra definitivamente tra i miti immortali del ciclismo italiano.
Paolo Dal Molin (atletica), 6: non sfigura, ma manca l’accesso alla finale dei 110 ostacoli che si era prefissato. Avrebbe dovuto correre sui limiti del record italiano.
Sarah Jodoin Di Maria (tuffi), 6,5: si qualifica per la semifinale della piattaforma e raggiunge il primo obiettivo. Dovrà però innalzare il livello per entrare tra le magnifiche 12 dell’atto conclusivo.
Noemi Batki (tuffi), 5: sbaglia tanto sin dall’inizio e chiude quartultima le qualificazioni. Questa grande tuffatrice italiana avrebbe meritato un finale di carriera diverso.
Laura Rogora (arrampicata sportiva), 5: compromette subito l’accesso alla finale con una prima prova di speed da dimenticare. La 20enne romana veniva considerata una potenziale outsider da medaglia, ma non è riuscita mai veramente a mostrare il proprio valore.
Nazionale Italia volley femminile, 2: senza dubbio alcuno, il flop più grande ed inaspettato di tutta l’Olimpiade azzurra. Nella storia non sono mai stati superati i quarti di finale e mai ci saremmo aspettati che la maledizione sarebbe proseguita.
Le ragazze di Mazzanti si sono suicidate con le proprie mani gettando letteralmente al vento un girone che sembrava vinto, perdendo prima con la Cina già eliminata e poi con gli Stati Uniti: il primato nel raggruppamento avrebbe garantito ai quarti la Repubblica Dominicana ed ora staremmo raccontando un’altra storia.
Ciò premesso, la sconfitta in finale (sempre con la bestia nera Serbia…) ai Mondiali 2018 sembrava poter rappresentare una base di partenza per aprire un ciclo vincente. Invece la Nazionale di oggi appare decisamente molto meno competitiva rispetto a quella di allora.
I problemi in ricezione sono cronici (quanto è mancata Lucia Bosetti…), così come emerge sempre più lampante l’assenza di una palleggiatrice di livello internazionale (la Serbia avrà anche Boskovic, ma siamo sicuri che l’opposto spiccherebbe allo stesso modo anche senza Ognjenovic?).
In un contesto costellato di incertezze e lacune, si è smarrita anche la stella Paola Egonu, considerata una delle migliori giocatrici del pianeta, ma non in grado da sola di mascherare le crepe della squadra.
Senza girarci attorno: l’Italia era arrivata a Tokyo per vincere la medaglia d’oro; torna a casa a mani vuote e dopo tre pesanti sconfitte consecutive.
A posteriori, forse, la scelta di disertare in toto la Nations League con le titolari non si è rivelata felice, soprattutto considerando che le azzurre non si ritrovavano in Nazionale da due anni a causa della pandemia: giocare tante partite insieme avrebbe potuto aiutare a ritrovare certi automatismi che sono mancati, soprattutto in difesa e cambio palla.
La speranza è che ora non venga commesso lo stesso errore snobbando gli Europei che scatteranno tra un paio di settimane e che costituiscono comunque un’occasione di riscatto.
Nazionale Italia pallanuoto, 4: anche in questo caso il cammino è stato compromesso sin dal girone, perché il primo posto avrebbe garantito il più abbordabile Montenegro.
Il Settebello non ha mai convinto in questa Olimpiade. Questo gruppo ha raggiunto l’apice con il trionfo ai Mondiali 2019, dopodiché è stato poco rinnovato e diversi giocatori accusano il problema dell’età. Inoltre non si vedono all’orizzonte giovani elementi nel cruciale ruolo di centroboa e non è un caso che la Federazione stia pensando di naturalizzare il 30enne canadese Constantin Bicari, buon giocatore, ma di sicuro non un fenomeno: ogni altro commento è superfluo.
Dulcis in fundo, la Serbia, seppur con diversi elementi che da tempo hanno superato le 30 primavere, si conferma una bestia nera invalicabile, la cui sovrastante fisicità pone fine a qualsiasi velleità degli azzurri.
Le avvisaglie della disastrosa spedizione olimpica si erano intuite già a giugno in World League, quando il Settebello giunse quarto in un torneo di livello modesto e senza le grandi big internazionali.
Gaia Sabbatini (atletica), 7: realizza il primato personale e manca di poco la finale nei 1500 metri. Ancora una volta questa giovane abruzzese ha dimostrato l’atteggiamento giusto.
Linda Cerruti-Costanza Ferro (nuoto artistico), 7: concludono in sesta posizione a meno di un punto dalla top5 del Canada. Per loro un’Olimpiade più che positiva.
Daniele Lupo-Paolo Nicolai (beach volley), 7,5: sono trascorsi 5 anni dall’argento di Rio, questo sport nel frattempo si è evoluto, sono emersi nuovi protagonisti e mantenersi al vertice diventa sempre più difficile.
Ciò nonostante gli azzurri ci hanno provato con grande orgoglio, approdando sino ai quarti di finale e arrendendosi solo ai qatarioti Ahmed-Cherif, una delle coppie che va per la maggiore quest’anno nel World Tour. Insomma una sconfitta, ma con l’onore delle armi.
Olimpiadi, pagelle Italia 4 Agosto: flop sport di squadra. F. Ganna tra i miti / Cristina Adriana Botis / Redazione