Truffa sull’autobus: ritirava titoli di viaggio e poi non li obliterava, né li restituiva ai viaggiatori a cui li chiedeva non appena mettevano piede nell’autobus che conduceva. L’ipotesi è che li rivendesse intascando i proventi di quella che è un’attività illecita a tutti gli effetti.
Nuova bufera alla Sita sud, azienda di autotrasporto pugliese molto forte e radicata in tutta la regione Campania che, proprio in queste ore, si ritrova a fare i conti con un altro lavoratore «infedele» che aveva pensato bene di mettere in piedi un mini business ai danni dell’azienda per cui lavora. Ed, esattamente com’è accaduto lo scorso anno con i furbetti della 104, l’epilogo sembra essere già segnato: salvo colpi di scena inattesi quanto improbabili, non potrà che essere il licenziamento dell’autista, che prestava servizio presso il distaccamento di Nocera.
La
bomba è scoppiata già da qualche giorno: il lavoratore, un 50enne con oltre 18 anni di servizio alle spalle, è infatti sospeso dal servizio e dalla retribuzione già dallo scorso 27 novembre, ma l’indiscrezione è filtrata solo poche ore fa. A far scattare l’allarme erano state diverse segnalazioni da parte degli utenti che, più o meno quotidianamente, usufruivano del trasporto pubblico sulla direttrice Salerno – Napoli. Tra mail di contestazione, lettere e telefonate, erano stati proprio gli utenti a far presente all’azienda diretta da Simone Spinosa che c’era un autista che aveva un comportamento sospetto. Ritirava, infatti, i titoli di viaggio e – sebbene l’obliteratrice funzionasse regolarmente – li teneva per sé, non ne attestava la validità sul momento e non li restituiva a coloro a cui li aveva precedentemente richiesti come forma di controllo.
A
quel punto l’azienda ha avviato un’indagine interna appaltando il servizio a un’agenzia di investigazione che per diverse settimane ha controllato l’operato del lavoratore successivamente sospeso. Dalle risultanze delle attività d’indagine svolte da un professionista del settore è emerso che le denunce dei viaggiatori Sita trovavano conferma nella realtà . L’esito degli accertamenti disposti dai vertici aziendali ha poi prodotto una sospensione momentanea sia dal servizio che dalla retribuzione.Â
Lascia un commento