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Novellino, cronaca di un epilogo inevitabile – La Bastonatura di ViViCentro

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ovellino, è sempre brutto dover parlare di un esonero di un allenatore che ha fatto tantissimo in carriera in Serie A sia da calciatore che da tecnico ma occorre sottolineare come le motivazioni per un allontanamento ci fossero tutte.

Ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso rappresentata dall’inopinata e meritatissima sconfitta contro il Picerno che nelle prime 8 giornate di campionato aveva segnato la miseria di tre reti e che ieri al “Romeo Menti” in una sola gara ne he segnati altrettanti. Un dato che la dice tutta sulla pochezza di una squadra che al momento attuale non solo segna poco ma subisce anche tantissimo.

Le cause dell’esonero di Novellino.

Ma l’allontanamento di Novellino affonda le sue radici nel non gioco che la squadra ha purtroppo espresso nelle prime nove giornate di campionato. Ad inizio stagione l’ex tecnico della Juve Stabia ha più volte affermato come ci volessero almeno 5-6 giornate per vedere la squadra al top. In realtà siamo arrivati alla nona giornata e la Juve Stabia sembra aver preso una deriva che la sta portando molto lontano dai risultati positivi.

Non a caso in 9 giornate di campionato, Vespe vittoriose solo due volte, entrambe fuori casa con Vibonese e Latina, due compagini sicuramente destinate a lottare strenuamente per la salvezza fino a fine torneo e quindi certamente non due squadre di primo livello.

Ma il dato che stride di più con le ambizioni della società cara al presidente Langella è quello delle gare casalinghe. In 4 gare interne due sole reti (ieri contro il Picerno) e una squadra che, Coppa Italia compresa, ormai non vince in casa dallo scorso 18 aprile 2021 (3-0 contro il Foggia). Quella dello scorso campionato però era una Juve Stabia con un gioco che, seppure non abbia fatto granché nei playoff, tuttavia ha fatto emozionare i tifosi con un esaltante girone di ritorno condito da ben 9 vittorie consecutive in trasferta.

Ieri nella sua ultima conferenza stampa da tecnico delle Vespe, mister Novellino cercava di avvalorare la bontà del suo operato pur non essendo suffragato dalla realtà dei fatti: “Oggi è stata la prima volta che abbiamo giocato veramente male. Ci dobbiamo assumere tutti le responsabilità non solo l’allenatore. Oggi è capitato che abbiamo fatto una brutta gara. Le responsabilità sono di tutti. Oggi non è stata una gara come volevo io. Non ha importanza essere esonerato o meno. Penso di aver fatto bene fino a oggi. Purtroppo abbiamo fatto una bruttissima gara e le decisioni le prenderà la società”. 

Così come anche nel post-gara col Palermo aveva detto che era mancato solo un pizzico di fortuna sotto porta ma che la Juve Stabia aveva espresso un ottimo calcio quando tutti avevano potuto vedere che l’unica vera occasione da rete era capitata al 94° e banalmente non sfruttata da Stoppa.

Novellino non è riuscito a dare un’identità tattica precisa alla Juve Stabia.

In realtà il campo ha detto un qualcosa di completamente diverso. La Juve Stabia dopo nove giornate ha palesato purtroppo di non avere ancora un gioco e, cosa ancora più grave, di non avere una precisa identità tattica.

Sicuramente non ha giovato a questa squadra il continuo ondeggiare fra diversi moduli tattici che ha generato solo tanta confusione in mezzo al campo.

Si è iniziati nel pre-campionato e nelle prime giornate di campionato con il 4-2-3-1, salvo poi virare nella vittoriosa trasferta di Latina al 3-5-2 con i quinti di centrocampo che si abbassano sulla linea difensiva arrivando a difendere quindi a 5 nella fase passiva.

Con il 3-5-2, riproposto anche nella successiva gara interna col Palermo, la Juve Stabia sembrava aver acquisito una maggiore solidità difensiva anche se restavano i problemi in attacco.

Non si capisce perchè a Catania improvvisamente si sia ritornati alla difesa a quattro quando la squadra sembrava aver acquisito un certo equilibrio tattico nelle precedenti gare dove è vero che non si creava tantissimo in attacco ma almeno non si subivano reti.

Novellino nel post-gara di Catania ha evidenziato come lui abbia fatto le sue fortune in carriera con la difesa a quattro. Ma è un dato di fatto che questa continua alternanza tra difesa a tre (o a cinque) e difesa a quattro, abbia generato un pò di confusione soprattutto negli interpreti della linea difensiva.

Contro il Picerno si è ritornati ancora al 3-5-2 e, all’insegna della confusione più totale, è andata in campo una squadra che non aveva né capo né coda e con un atteggiamento tattico che forse poteva dare qualche frutto in più se utilizzato magari nella precedente trasferta di Catania. Con la chicca finale di Schiavi impiegato nell’ultima parte della gara da esterno basso a destra della linea difensiva a quattro non si è ben capito per quale motivo.

Ad Imbimbo, vice allenatore promosso a tecnico della Juve Stabia non si sa se temporaneamente o fino a fine stagione, l’improbo compito di entrare nella testa dei giocatori e cercare di cambiare il corso di una stagione che non è iniziata benissimo per le Vespe. Alla fine in campo ci vanno sempre loro e da loro deve iniziare la riscossa delle Vespe a partire dalla non semplice gara di Monopoli di mercoledì prossimo.

 

a cura di Natale Giusti. 

 

 

 

 

 


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